Rallentare si può

15 settembre 2006
Aggiornamenti e focus

Rallentare si può



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Fino a non molto tempo fa, poteva capitare che della miopia dei bambini ci si accorgesse soltanto quando questi arrivavano a scuola. Oggi questa circostanza non è più così frequente, ma certo l'inizio di attività quali lettura e scrittura complicano, per i genitori, la situazione. Infatti, quello che sembrava un luogo comune, cioè che leggere tanto, magari con poca luce, peggiori la situazione, sembra non essere più un luogo comune.
Sia chiaro, in larghissima misura la miopia dipende dalla genetica: l'occhio miope è un occhio più lungo e la lunghezza degli occhi dipende, appunto, dai geni. Lo prova anche il fatto che i figli di genitori miopi hanno comunque una lunghezza del bulbo oculare maggiore dei figli di genitori non miopi, indipendentemente dal fatto che la miopia si sia già presentata. Però, il lavoro di accomodazione (messa a fuoco) cui costringe la lettura o, se è per questo, anche l'uso del computer, fanno la loro parte nel promuovere la progressione del disturbo. Infatti, c'è una forte correlazione tra la diffusione del disturbo, il suo progresso e il livello di istruzione raggiunto, vale a dire gli anni in cui si è continuato a leggere e scrivere (si spera) per molte ore. Lo stesso vale quindi anche per la professione scelta:
avvocati, giornalisti, medici e tecnici di laboratorio presentano miopia di grado più elevato; inoltre in questa fascia della popolazione la miopia tende a progredire non solo nell'adolescenza ma anche fino ai trent'anni e oltre, fase in cui è arduo pensare che stia proseguendo il normale accrescimento dell'occhio.

Correggere da subito, senza esagerare


Si è anche ipotizzato un meccanismo d'azione più sofisticato: guardare oggetti molto vicini produce uno sfocamento dell'immagine che viene proiettata sulla retina; a lungo andare, lo sfocamento indurrebbe che il prolungato lavoro dell'occhio in campo vicino agisca a livello biochimico sulla retina, dando origine a un processo di modificazione strutturale di sclera e coroide e, quindi, all'allungamento degli occhi. Detto questo, l'obiettivo principale è sempre stato la prevenzione o comunque il rallentamento dell'evoluzione della miopia. Qualcuno ha parlato anche di regressione, magari attraverso l'affannosa "ginnastica" in voga qualche tempo fa. Sono stati proposti molti mezzi, e di questi quelli che hanno ottenuto i maggiori successi sono due. Il primo è l'uso, nei bambini, di occhiali con lenti multifocali o progressive. Infatti questo tipo di lente consente la messa a fuoco degli oggetti lontani ma anche di quelli vicini senza affaticare l'occhio (senza costringerlo a un'attività intensa di accomodazione) e, nel contempo, evita la formazione sulla retina delle immagini sfocate. L'altro ausilio spesso citato sono le lenti a contatto, rigide o gas-permeabili (semirigide); numerosi studi provano che l'uso delle lenti a contatto determina un rallentamento della progressione, però ancora non si è spiegato quale sia il motivo per cui questo accade.

Misure semplici ma utili


Nessuno di questi ausili è mai riuscito a guarire nessuno; tra l'altro la miopia non è neppure una malattia e parlare di guarigione è improprio. E' vero che esiste una quota di persone miopi che va incontro a vere malattie dell'occhio come il glaucoma o il distacco della retina, ma queste malattie sono associate soltanto alla miopia di grado molto elevato: da 8 diottrie in su. Che fare, dunque, per limitare i disagi? Per cominciare il piccolo miope va corretto: occhiali e lenti a contatto vanno usati. La correzione deve essere giusta, ma non eccessiva, altrimenti si esasperano le difficoltà della visione in campo vicino. Poi, ricorda il dottor Stefano Pintucci, oculista e presidente di Oftalma Onlus: "Ricordiamo che si deve avere un'illuminazione adeguata, umidità, ventilazione e temperatura idonee e tappezzeria o moquettes non polverose. Il bambino deve inoltre assumere una posizione eretta, stare ad almeno 33 cm dal libro, la scrivania deve essere posta in una zona illuminata dalla luce naturale del sole. Gli occhi sono costruiti dalla natura per funzionare con la luce naturale. Chi usa la mano destra deve collocare la lampada da scrittoio a sinistra e viceversa per non farsi ombra con la mano. Una sedia e una scrivania ergonomiche migliorano sensibilmente la qualità dello studio. Di sera bisogna tenere accesa anche una luce ambientale per distogliere di tanto in tanto lo sguardo. La notte è invece fatta per dormire e non per studiare".

Gianluca Casponi



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