Ladro della vista

06 marzo 2009
Aggiornamenti e focus

Ladro della vista



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Tra le malattie subdole che spesso non vengono individuate finché il danno non è avanzato, un caso è quello del glaucoma, patologia oculare che nei paesi industrializzati è tra le più importanti cause di handicap visivo e nel mondo la seconda causa di cecità irreversibile. Non a caso gli anglosassoni la definiscono ladro silenzioso della vista, perché decorre in modo asintomatico e può andare avanti fino alla cecità: questo appunto se non la si diagnostica precocemente e non la si cura, mentre è possibilissimo farlo. Alla malattia verrà dedicata una giornata il 12 marzo, il World Glaucoma Day, che vedrà alcune iniziative dedicate e declinate in vario modo sul territorio. In Lombardia si fa promotrice delle attività la Società Oftalmologia Lombarda che insieme a Vision+Onlus sosterrà una giornata di screening presso l'Ambulatorio Medico San Francesco che notoriamente assiste e accoglie chi necessita di sostegno sociale e materiale.

Farsi controllare tra i 40 e i 50


L'iniziativa pone fortemente l'accento sulle esigenze di informazione e prevenzione. Sono gli stessi numeri dell'epidemiologia e della demografia a suggerirlo: il glaucoma aumenta, infatti, soprattutto per l'invecchiamento della popolazione. In Italia colpisce circa il 2% degli adulti cioè 600 mila persone, quota che diventa il 4-8% dopo i 60 e il 10% sopra i 75. Il glaucoma in pratica è un progressivo danneggiamento del nervo ottico dovuta all'eccessiva pressione intraoculare, per squilibrio tra afflusso e deflusso dell'umore acqueo, ma ci sono anche rari casi con pressione endoculare normale. Nella forma più comune, quella ad angolo aperto, questo è causato dal rallentato riassorbimento legato all'invecchiamento; ci sono poi forme ad angolo chiuso, secondarie, congenite, con cause traumatiche, infettive, patologiche e altro. Le zone di non visione che compaiono nel campo visivo (scotomi) inizialmente sono piccole e non vengono notate dal soggetto, man mano il campo si restringe e nella forma grave si arriva alla visione tubolare centrale, cioè nulla come guardando in un tubo, che diventa cecità. La maggior parte dei pazienti non sa di essere in pericolo: in uno studio condotto nel Nord-Est italiano era risultato per esempio che solo il 15% dei partecipanti con la pressione endoculare alta lo sapeva. E' perciò necessario farsi controllare già tra i 40 e i 50 anni e periodicamente dopo i 60, soprattutto perché ci sono terapie efficaci par arrestare il danno, anche se la funzione visiva perduta non è recuperabile.

Familiarità e altri fattori di rischio


Per la diagnosi si ricorre prima di tutto alla tonometria, esame semplice e del tutto indolore della pressione intraoculare. I recenti sviluppi delle tecnologie hanno portato a elaborare un dispositivo di fonometria a soffio che grazie alla rifrazione di un soffio d'aria sull'occhio da una misura della pressione, senza che avvenga contatto con l'organo. Oltre a semplificare le procedura, il metodo offre la possibilità di essere operativi anche a figure professionali non mediche e quindi a consentire un maggior numero di esami sulla popolazione. Esistono poi altre tecniche di indagine come la perimetria, la gonioscopia e l'oftalmoscopia. Ma lo screening proposto per il 12 marzo sarà l'occasione per valutare i fattori di rischio. Esiste una familiarità, con probabilità dieci volte maggiore se si hanno parenti di primo grado con la malattia; altri fattori sono la forte miopia e un'età superiore a 40 anni. Inoltre, squilibri pressori, pregresso attacco ischemico transitorio (TIA), malattie cardio-vascolari sono altri dati che verranno inseriti nella scheda che rilascerà l'Ambulatorio San Francesco. Infine, oltre alla pressione oculare verrà effettuata la valutazione delle fibre ottiche attraverso la tomografia ottica coerente (OTC) e la foto della papilla ottica. I dati raccolti serviranno per evidenziare la necessità di una visita specialistica a cui rinviare il paziente.

Elettra Vecchia



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