Nemici per la pelle

30 aprile 2008
Aggiornamenti e focus

Nemici per la pelle



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Preso con giudizio il sole è piacevole e benefico, altrimenti può mostrare i suoi lati oscuri. Il riferimento non è all'invecchiamento cutaneo che pure c'è, ma ai tumori della pelle, per i quali a certe modalità di esposizione può diventare come si sa un fattore di rischio, a seconda anche del fototipo e di altri elementi, come quelli genetici. L'incidenza di queste forme è aumentata notevolmente in vari paesi, in Italia per esempio nell'ultima decade il carcinoma basocellulare è cresciuto del 10% e i melanomi sono passati dai 5-7 casi annui per 100 mila abitanti di trent'anni fa ai 10-30 attuali: sui tumori cutanei e soprattutto sulle due armi fondamentali della prevenzione primaria e della diagnosi precoce richiama come di consueto l'attenzione lo Skin Cancer Day, sabato 3 maggio. Una giornata di informazione ed educazione, con visite gratuite in cento strutture ospedaliere e universitarie, promossa dalle Società di dermatologi SIDeMaST e ADOI. In totale i nuovi casi di tumore maligno della pelle sono 135 ogni 100 mila abitanti, cioè oltre 65 mila malati. Il melanoma però se diagnosticato in fase iniziale guarisce in più del 95% dei casi.

L'incremento dei melanomi...


"Nel mondo i tumori della pelle sono un quarto di tutti quelli maligni; per il melanoma l'incidenza aumenta del 4-5% l'anno e ogni otto anni il numero di morti raddoppia, anche se la mortalità resta stabile" quantifica alla presentazione della Giornata Torello Lotti, direttore U.O. Dermatologia Complessa dell'Università di Firenze. Per l'importanza di questa forma dall'anno prossimo la denominazione sarà Melanoma Day. "In non più del 30% dei casi insorge da nevi, cioè nei, preesistenti" fa presente Mario Aricò, presidente SIDeMaST. "I fattori di rischio comprendono l'esposizione solare continua o intensa e intermittente, il fototipo 1-2 cioè chiaro, la risposta all'esposizione (tendenza a scottarsi, difficoltà di abbronzarsi, efelidi), la familiarità e predisposizione genetica, l'età 30-60, i nevi con aumento di numero e dimensioni e altri aspetti. Se colto precocemente, ancora in espansione superficiale, la terapia può risolvere del tutto, più avanti è un tumore che facilmente metastatizza. Va detto però che la forma nodulare, la più grave, non risulta correlata all'esposizione solare". Il punto è dunque la diagnosi tempestiva, e l'aumento di quelle di melanomi sottili indica che le campagne d'informazione cominciano a pagare. Ma bisogna fare di più, tutte le lesioni cutanee andrebbero esaminate in tempo utile dal dermatologo, mentre arrivano ancora alla visita pazienti con il melanoma ormai metastatico. Per la diagnosi non basta la regola ABCDE sull'aspetto della lesione, si usano i dermatoscopi, anche digitali per comparare con l'aspetto alla visita precedente, e ci sono tecniche più sofisticate come la digital body photography e il microscopio laser confocale; c'è poi la conferma istopatologica. Il trattamento d'elezione è chirurgico.

...e quello dei carcinomi


Altre forme importanti sono i carcinomi cutanei. "Quello basocellulare, con 95 nuovi casi annui per 100 mila abitanti, costituisce l'80% dei tumori cutanei non melanomi, colpisce dopo i 60 e di rado dà metastasi, ma è aggressivo e dà menomazioni funzionali ed estetiche; quello spinocellulare, con 30 nuovi casi annui /100 mila è più raro ma può dare metastasi" spiega Patrizio Mulas, presidente ADOI. "Il rischio è correlato all'esposizione cronica agli ultravioletti e ai fototipi chiari, insorgono su zone cutanee fotoesposte e spesso sono preceduti da cheratosi attinica. La terapia è chirurgica, o si ricorre a crioterapia, terapia fotodinamica, elettrocoagulazione, terapia topica, mentre si è abbandonata la radioterapia" la fotodinamica, prevista con il SSN, si va affermando anche per i buoni risultati sul piano estetico. Anche in questo caso vale il discorso della diagnosi precoce e, a monte, della prevenzione primaria. Essendo in gioco l'esposizione al sole, è utile insistere sulla fotoprotezione. "Chi ha fototipo chiaro è meglio non si esponga, i bambini vanno coperti e non tenuti al sole nelle ore calde, gli adulti devono usare filtri ad alta protezione (fattori come 5 o 6 sono inutili)" esemplifica Patrizio Sedona, primario Ospedale Civile ASL 12 di Venezia. "Ricordarsi che sotto l'ombrellone passa il 50% degli UV, proteggono meglio gli indumenti scuri, la sabbia riflette il 25% e l'acqua fino al 90%, ma soprattutto, che l'abbronzatura tecnicamente è un'infiammazione...".

Elettra Vecchia



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