In radiologia per salvare il seno

28 luglio 2004
Aggiornamenti e focus

In radiologia per salvare il seno



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L'importanza della diagnosi precoce del tumore al seno è oramai universalmente riconosciuta, ma non è universale il metodo con cui si conducono le prime indagini. Gli strumenti a disposizione sono più di uno ma non ci sono linee guida comuni che indichino un percorso unico in quanto più efficace o più conveniente.

Vantaggi a raggi X


La mammografia è sicuramente il metodo più efficace che ha, finora, permesso di migliorare la sopravvivenza nelle ultime decadi. Risultati che hanno incoraggiato le donne a sottoporsi all'esame con una frequenza maggiore: negli Stati Uniti, per esempio, nel 1987 solo il 29% delle donne intervistate dichiaravano di aver fatto la mammografia ogni due anni, nel 2000 la percentuale era salita al 70%, e il 63% la faceva ogni anno.
La corretta informazione ed educazione alla diagnosi precoce si è tradotta in un aumento delle probabilità di sopravvivenza. Oggi, affermano gli esperti della Mount Sinai School of Medicine, di New York, una donna colpita da carcinoma invasivo ha il 39% di probabilità in più di sopravvivere di quanto avrebbe avuto negli anni '80; un vantaggio attribuibile allo screening mammografico. La strada da fare è ancora lunga perché ancora il 15% dei tumori non viene rilevato, e sempre negli Stati Uniti, ancora 30 mila donne muoiono ogni anno per questa patologia.

Radiologia avanzata


Sono diversi gli studi avviati per confrontare le tecniche di diagnosi e verificarne la validità in base al rapporto costo-efficacia, alla strumentazione necessaria per eseguirle e alla qualità della vita che garantisce. Uno di questi coinvolge quasi 50 mila donne e comparerà la mammografia digitale con quella tradizionale che produce immagine su lastre radiografiche. Ce ne sono altri che cercano alternative ancora più efficaci della mammografia o tecnologie che vadano a migliorarne la resa e l'efficienza, come per esempio l'ecografia o la risonanza magnetica. Uno studio retrospettivo, per altro, ha dimostrato che l'uso di un sistema computerizzato (Computer-aided detection, CAD) aumenta il potere risolutivo della mammografia. Il software in questo caso evidenzia visivamente le potenziali "macchie" sospette di una lastra, e si è dimostrato un sistema di interpretazione più efficiente della semplice doppia lettura da parte dei radiologi.

Utile anche nella terapia

La radiologia viene anche usata per concepire trattamenti migliori. Per esempio, la terapia ablativa fa affidamento sulla risonanza magnetica per guidare un dispositivo termico direttamente alla massa tumorale così da distruggerla con il calore. Ma oltre che a guidare l'ago nel seno, le immagini che si ottengono servono anche per verificare che le cellule tumorali siano state eliminate.
Ma l'impiego della radiologia interessa anche il trattamento del tumore al seno. In alternativa alla radioterapia sistemica, per i tumori di tre centimetri al massimo si procede con la brachiterapia. Del materiale radioattivo di piccolissime dimensioni (la punta di una matita) viene introdotto attraverso un catetere di plastica direttamente. Questo permette di accelerare i tempi della terapia che anziché sei settimane e mezzo dura quattro o cinque giorni e implica pochi effetti collaterali, dal momento che le radiazioni sono concentrate sul tumore e si riduce praticamente a zero l'esposizione dei tessuti sani.

Simona Zazzetta



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