Cura hi-tech per il naso chiuso

21 ottobre 2005
Aggiornamenti e focus

Cura hi-tech per il naso chiuso



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Naso chiuso è sinonimo di raffreddore e, difatti, tutti i trattamenti sintomatici del raffreddore mirano proprio a ristabilire il normale flusso dell'aria attraverso le cavità nasali. Si tratti di decongestionanti, di antistaminici o altro, quello è lo scopo. Uno dei rimedi più vecchi è il ricorso al lavaggio con acqua leggermente salata, cioè la soluzione salina isotonica o fisiologica che dir si voglia, operazione che può essere eseguita semplicemente "tirando su" o più correttamente servendosi di una siringa, meglio se adoperata da un medico. In effetti i lavaggi hanno una certa efficacia: contribuiscono a sciogliere le secrezioni, a favorirne l'espulsione e, in qualche misura, a decongestionare la mucosa. Peraltro, liberarsi dalle secrezioni è utile anche perché queste sono un terreno di coltura molto favorevole non solo ai virus che causano il raffreddore, ma anche a microbi come S. aureus, S. epidermidis, e S. pneumoniae che sono all'origine delle sinusiti batteriche, che sono cosa ben più grave del raffreddore.

Particelle piccole, ma non troppo


Il sistema è tanto efficace che viene impiegato anche successivamente agli interventi chirurgici attuati in caso di rinosinusite cronica. I sistemi per umidificare il naso sono parecchi e il primo che viene alla mente, anche nell'uso domestico, è l'aerosol. Però non tutti vanno a bersaglio proprio sulle strutture del naso, soprattutto quando nella soluzione sono presenti principi attivi. Nel caso dell'aerosol, infatti, la soluzione e le eventuali sostanze contenute vengono sminuzzate in particelle così piccole che inevitabilmente vengono aspirate in larghissima parte nelle basse vie aeree lasciando il naso, per così dire, all'asciutto. Al Dipartimento di Otorinolaringoiatria dell'Università di Siena hanno messo alla prova un nuovo sistema, un dispositivo a pressione che eroga particelle di soluzione delle dimensioni di 20 micron, e lo hanno messo a confronto con le docce tradizionali effettuate con la siringa. Soggetti di questa sperimentazione sono stati duecento persone colpite dal raffreddore comune e trattate quattro volte al giorno o con le irrigazioni tradizionali o con la doccia micronizzata. Il confronto è stato condotto sia in base ai sintomi accusati dal paziente sia con misurazioni obiettive, come la rinomanometria e i test che determinano la funzione mucociliare, sia con l'esame colturale del muco, si determinava cioè se nelle secrezioni nasali erano presenti o meno batteri. Ovviamente tutti i test sono stati condotti prima dell'inizio e alla fine del trattamento, che è durato 15 giorni.Per quanto riguarda il flusso dell'aria attraverso il naso (cioè, in soldoni, la sensazione di naso libero), la doccia micronizzata si è dimostrata superiore, così come nel ristabilire la corretta funzione mucociliare (come dire che l'espulsione del muco e la sua densità tornavano quelli normali). Circostanza confermata anche dal fatto che il volume libero delle fosse nasali aumentava.Insomma, visto che anche i farmaci da banco che liberano il naso vanno comunque usati con moderazione, e che cure causali per il raffreddore non ce ne sono, il vecchio rimedio è una buona scelta. Se poi è anche migliorato dalla tecnologia sembra ancora meglio.

Gianluca Casponi



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