L'Asperger rende sensibili

20 maggio 2005
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L'Asperger rende sensibili



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C'è chi lo considera addirittura una risorsa, chi un dono, certo è che esiste un'associazione tra genialità e autismo, in particolare per una sua forma più lieve, la sindrome di Asperger. Spesso, infatti, gli affetti da questa sindrome mostrano abilità eccezionali in alcuni campi del sapere, nella matematica in particolare. Comunque sia valutata, la sindrome di Asperger è una forma di autismo, come tale definita in base al DSM IV (il manuale della classificazione per i disturbi psichiatrici dell'American Psychiatric Association). I soggetti affetti sono caratterizzati da un linguaggio buono, fluente e con un discreto livello grammaticale, ma piuttosto ripetitivo e poco usato per la conversazione spontanea. Alcuni di questi bambini amano rivedere all'infinito una stessa immagine o ascoltare sempre la stessa storia. Inoltre il disturbo è caratterizzato da difficoltà nelle interazioni sociali e da insoliti e ristretti modelli di comportamento e interessi. E proprio dei criteri diagnostici del DSM IV si è occupata una ricerca, pubblicata su BMC Psychiatry, per verificare se una serie di criteri non contemplati possano essere associati alla sindrome.

Che cosa dice lo studio


Oltre, infatti, ai criteri ufficiali, dicono i ricercatori, ne esistono altri che sono molto rappresentati nella malattia. Alcuni esempi? Uno è la difficoltà a riconoscere i volti, che potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella difficoltà di interazione sociale tipica della malattia. Un altro aspetto riguarda la distorta sensibilità, che peraltro lo stesso Asperger aveva rilevato in molti casi della sindrome, ma che non rientra nei criteri diagnostici ufficiali. Si tratta di ipo e ipersensibilità agli stimoli tattili, olfattivi e uditivi. Non è da escludere, dicono i ricercatori, che il temperamento bizzoso dei soggetti sia legato a un sovraccarico di stimoli sensoriali. Sono molti gli studi, infatti, nei quali i bambini con Asperger evidenziano difficoltà di modulazione sensoriale e non è da escludere che il comportamento stereotipato descritto prima aiuti l'organizzazione. Un altro aspetto riguarda le difficoltà legate al sonno, riportate in oltre il 65% dei bambini con disturbi dello spettro autistico. I sintomi sia di difficoltà sociale sia di mancanza di attenzione sono peggiorati dalla presenza di insonnia. Non è da escludere che i deficit neuropsichiatrici della sindrome predispongano a insonnia e ansietà. Un ultimo aspetto, infine, preso in esame riguarda alcuni comportamenti alterati legati all'alimentazione: dal rifiuto di alcuni particolari cibi al totale rifiuto del cibo. Ma esiste un associazione tra anoressia nervosa e forme di autismo? I ricercatori hanno, così, cercato di definire se i sintomi citati siano legati alla sindrome di Asperger o siano un tratto familiare non legato alla diagnosi. Per questo hanno preso in esame 138 persone, di cui 58 individui affetti da Asperger e 56 che non rientravano nei criteri della malattia. Dei quattro fattori presi in considerazione la difficoltà a riconoscere i volti è stata riscontrata nel 46,6% dei soggetti con la sindrome contro il 10,7% del gruppo di controllo. Percentuali decisamente superiori sono state osservate per la sensibilità distorta (91,4%), mentre per i disturbi del sonno (48,3%) e per i disturbi alimentari (60,3%) si è trattato di percentuali simili. I ricercatori hanno così concluso che la sensibilità alterata è, dei criteri diagnostici presi in esame, un tratto ricorrente della sindrome di Asperger. Non è un caso, così, che i soggetti affetti dalla malattia siano ipersensibili al rumore, alle luci, agli odori forti e al tatto. Si tratta di risultati preliminari ma tali da poter considerare in prospettiva l'inserimento di questo criterio all'interno del DSM IV.

Marco Malagutti



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