Obesi a rischio cancro

20 febbraio 2008
Aggiornamenti e focus

Obesi a rischio cancro



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E' tra gli aspetti meno discussi, ma l'obesità, oltre a essere un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, per quelle metaboliche e per le affezioni articolari, ha un ruolo anche nella mortalità per tumore. Un fatto ormai assodato, tanto che uno studio del 2003 ha stimato in 41000 i nuovi casi di cancro insorti nell'anno precedente negli Stati Uniti per l'obesità. E il 3,2% di tutti i tumori sembrerebbero legati a questa malattia. Stabilire quale sia il legame, probabilmente diverso per ogni tipo tumorale, non è semplice, anche se non sembra centrale il ruolo dell'alimentazione. L'argomento è, comunque, oggetto di molti studi, l'ultimo dei quali, pubblicato su Lancet, oltre a ribadire che l'obesità aumenta il rischio di sviluppare tumori, diffusi e non, è entrato più nel dettaglio delle differenze tra uomini e donne nell'incidenza dei tumori.

La relazione esiste


Gli studi finora effettuati sull'argomento, premettono gli autori, si sono soffermati su singoli aspetti. Nel 2007, poi, the World Cancer Research Fund ha concluso che il grasso corporeo è associato con un aumentato rischio di adenocarcinoma dell'esofago e con i tumori del pancreas, del colon-retto, del seno (in età postmenopausale), nonché dell'endometrio e del rene, mentre per il tumore della cistifellea l'associazione è solo probabile. Stabilite queste certezze rimangono però, alcune domande ancora aperte: se, per esempio, queste associazioni persistano per tumori meno comuni e se esistano differenze tra i sessi e tra i gruppi etnici. Lo studio in questione cerca di colmare questa lacuna con una metanalisi degli studi osservazionali effettuati fino ad oggi. In tutto sono stati presi in esame, attraverso la ricerca in Medline, oltre 282000 soggetti, considerando l'impatto del peso su 15 siti tumorali. L'aspetto più sorprendente dello studio, commentano i ricercatori, riguarda le associazioni sia con tumori comuni sia con quelli meno comuni e l'esistenza di chiare e nette differenze tra i sessi. Ecco i principali risultati.

Più BMI più rischio


Un aumento di 5 punti nell'indice di massa corporea (BMI) è associato a un aumento del 50% del rischio relativo di adenocarcinoma all'esofago, un tumore relativamente poco comune ma in crescita negli Stati Uniti. Tra le donne i cinque punti di crescita del BMI sono associati a un aumento del 60% del rischio di tumore uterino, mentre per quel che riguarda il tumore del colon l'aumento del rischio è maggiore negli uomini che nelle donne, più precisamente del 24% negli uomini e del 9% nelle donne. Nel caso del tumore della cistifellea, il peso eccessivo aumenta il rischio maggiormente nelle donne, con un rischio relativo che aumenta del 59% mentre negli uomini l'aumento non è significativo. E anche in questo caso si parla di un tumore piuttosto raro. Infine l'aumento del BMI comporta il 12% di rischio in più di tumore al seno dopo la menopausa ma non prima, e determina un modesto incremento dei tumori del sangue sia negli uomini sia nelle donne. Si tratta di valutazioni particolarmente importanti, concludono gli autori. Essere in grado di quantificare il rischio di tumore in relazione al peso corporeo potrebbe, infatti, essere d'aiuto per chi amministra la salute per stimare l'impatto di entrambe le patologie sull'invecchiamento della popolazione e quanto l'epidemia di obesità potrà incidere sui casi di cancro a venire. Un motivo in più per mantenere il peso corporeo sotto controllo. La speranza degli autori è che aggiungere uno spettro nel campionario di paure relativi all'obesità possa avere effetti nella lotta alla patologia. In più queste osservazioni epidemiologiche potrebbero dare ulteriori informazioni sui meccanismi biologici che legano l'obesità ai tumori.

Marco Malagutti



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