Il reflusso supera la fase I

02 aprile 2003
Aggiornamenti e focus

Il reflusso supera la fase I



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Puntuali come annunciati arrivano i risultati dello studio AXIS, il primo screening nazionale sulla malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), avviato nell'aprile del 2002 e attualmente a metà percorso. Sono i dati emersi dalla fase I del lavoro, e sono l'esito della collaborazione di 1.500 medici di medicina generale e 150 specialisti di gastroenterologia distribuiti su tutto il territorio italiano. Sono stati presentati oggi, a Milano in conferenza stampa, da Guido Costamagna, e da Mario del Piano, rispettivamente, Presidente Nazionale e Consigliere SIED (Società Italiana di Endoscopia Digestiva).

Conferme numerose


Al contributo dei medici, generalisti e specialisti, si aggiungono i dati raccolti dalle 7.500 telefonate all'Interactive Voice Responding System, le 4.000 buste arrivate al Centro di raccolta dati e agli 11.000 case report focus inviati, per un totale di 11.255 pazienti di cui 9.726 coinvolti dai medici di medicina generale e 1.529 dai medici specialisti.
Per molti aspetti c'è la conferma di quanto presentato all'inizio dell'autunno del 2002; si conferma purtroppo che la MRGE è una patologia sottostimata e percepita come una malattia benigna, quando in realtà è una malattia evolutiva: in un terzo dei pazienti può evolvere in esofagite e quindi in complicanze come anemia, sanguinamento, disfagia, stenosi e, nel peggiore dei casi in adenocarcinoma esofageo.
Inoltre, le valutazioni della qualità della vita indicano un peggioramento in caso di MRGE non trattata che supera quello dell'angina pectoris e dell'ulcera duodenale non trattata e oltre il quale si attestano solo le malattie psichiatriche.

Identikit del paziente


I dati indicano che l'età media dei pazienti che si sono rivolti al medico specialista è di 49 anni, mentre quelli che hanno consultato il medico di medicina generale hanno in media 54 anni. La malattia interessa in ugual misura uomini e donne.
I malati sono particolarmente pigri: il 67,1% dei pazienti di medicina generale e il 69% dei pazienti degli specialisti si spostano preferibilmente in auto; vanno a piedi o in bicicletta, rispettivamente, il 20,3% e il 17,8%. Anche l'interesse per l'attività sportiva conferma questo aspetto: il 76,3% dei pazienti di medicina generale e il 69,5% dei pazienti degli specialisti non svolge mai attività fisica durante la settimana, un minima porzione vi dedica fino a due ore settimanali e una bassissima percentuale (< 10%) si allena per più di due ore settimanali.
Il malato di MRGE non mostra particolare interesse per il "vizio" del fumo e dell'alcool: il 61,7% dei pazienti non fuma, il 14,1% è ex-fumatore e il 47,6% non ha l'abitudine di consumare alcool. In compenso, però, ha una grande passione per il caffè: l'80% dei malati beve caffè. Infine, a quadrare il profilo c'è un ultimo dato: più del 50% dei malati fa uso di farmaci, di qualsiasi tipo, probabilmente per curare altre patologie croniche, sicuramente per trattare la MRGE.

Percorsi diagnostici e terapeutici

I dati confermano anche che i medici di medicina generale, nel 94,5% dei casi, eseguono una diagnosi clinica sulla base di, al massimo, tre sintomi, chiaramente i più frequenti: bruciore retrosternale, rigurgito, eruttazione. Non vengono però sottovalutati i sintomi atipici più comuni: il dolore toracico, la tosse ricorrente e la raucedine.
La sensibilità con cui si avvertono i sintomi condiziona il ritardo con cui si ricorre al consulto medico: il 36,5% dei pazienti che si rivolgono al medico di medicina generale e il 59,3% dei pazienti degli specialisti lo fanno dopo aver trascorso almeno tre mesi con disturbi o dolore. Sarà poi sufficiente un solo esame, che nella maggior parte dei casi è l'endoscopia esofagea, per diagnosticare la MRGE.
Al 26,8% dei malati il medico generalista prescrive la terapia farmacologia, e al 71,9% oltre ai farmaci vengono dati consigli comportamentali (non coricarsi dopo i pasti, controllare la stipsi e l'obesità, non indossare abiti stretti). La percentuale dei malati in terapia con farmaci raggiunge il 41,4% presso lo specialista, che solitamente incontra i casi più gravi, mentre i consigli si aggiungono solo nel 57,1% dei malati.
La scelta del farmaco non sembra lasciare dubbi sulla terapia di eccellenza: gli inibitori della pompa protonica soddisfano le esigenze della maggior parte dei medici generalisti e specialisti.

Pianificazioni sanitarie

Lo studio AXIS sarà utile, non solo per delineare meglio il malato di MRGE, ma anche per fornire al medico gli strumenti diagnostici e terapeutici per riconoscere una malattia spesso nascosta da sintomi atipici o sovrapponibili con altre patologie. Rappresenta inoltre un contributo a uno sviluppo sanitario mirato alla gestione della malattia, all'uso ottimale delle risorse, alla pianificazione di campagne di sensibilizzazione per la diagnosi precoce e la prevenzione delle complicanze.

Simona Zazzetta



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