Contraccezione d'emergenza

27 febbraio 2004
Aggiornamenti e focus

Contraccezione d'emergenza



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L'approvazione anche in Italia della "pillola del giorno dopo" non ha mancato di creare qualche confusione, anche perché la notizia è arrivata quasi contemporaneamente a un'altra, e cioè l'approvazione negli Stati Uniti della RU 486, cioè del mifepristone, che è invece una sostanza in grado di indurre l'aborto.
Le due cose non hanno niente a che vedere in quanto un conto è l'interruzione volontaria di gravidanza, un conto è la contraccezione d'emergenza, categoria nella quale rientra la pillola del giorno dopo.

Che cos'è la contraccezione d'emergenza


Sono i mezzi con i quali si impedisce la gravidanza dopo che la donna ha avuto un rapporto non protetto, cioè nel quale non sono state prese misure anticoncezionali (preservativo, spirale, diaframma o anche coitus interruptus) oppure si sono verificati degli incidenti (il preservativo può rompersi, il diaframma può spostarsi) o ancora, ipotesi peggiore, si è subita una violenza sessuale.
Per ottenere la contraccezione d'emergenza si ricorre a due sistemi.
  • La pillola del giorno dopo. Le sostanze contenute nel farmaco sono le stesse presenti nella pillola anticoncezionale, cioè estrogeni e progestinici, i principali ormoni sessuali femminili. L'unica differenza è nel dosaggio, che è più elevato rispetto alla pillola tradizionale. Non a caso, fino all'approvazione di formulazioni apposite per la contraccezione d'emergenza, si ricorreva all'assunzione di 2-5 pillole (a seconda del prodotto). Più recentemente, sono stati introdotti farmaci a base di soli progestinici, che hanno mostrano un'efficacia superiore rispetto all'associazione, e anche una migliore tollerabilità. Infatti, l'associazione di estrogeni e progestinici ha un'efficacia del 75%, il progestinico del 90%. Inoltre, l'associazione provoca nausea nel 35% delle donne e vomito nel 15%
  • Lo IUD (Intra Uterine Device, dispositivo intrauterino) cioè la ben nota spirale in rame, che raggiunge un'efficacia del 100%
Come va attuata
  • Se si ricorre al farmaco bisogna agire entro 72 ore dal rapporto, assumendo una prima dose del farmaco scelto. Dopo 12 ore se ne deve assumere una seconda. Ovviamente, tutti i farmaci cui si può ricorrere sono soggetti a prescrizione medica.
  • Lo IUD, invece, deve essere applicato dal medico, o comunque da personale sanitario entrocinque giorni dal rapporto non protetto.

Come funziona e perché non è un aborto


La pillola del giorno dopo agisce ritardando o impedendo l'ovulazione, ostacolando il passaggio dall'ovaio all'utero dell'uovo attraverso le tube oppure ancora impedendo che l'uovo si impianti nell'utero. Tutti i passaggi, però, che avvengono prima della gravidanza vera e propria.
A riprova di questo fatto, se è già avvenuto l'impianto e quindi è iniziata la gravidanza, la pillola del giorno dopo non ha effetti. Lo stesso discorso vale per lo IUD: inserito dopo il rapporto agisce soprattutto impedendo che l'uovo si impianti nell'utero. L'aborto, in qualsiasi forma, consiste invece nell'agire dopo che è avvenuto l'impianto e, quindi, quando c'è già un pre-embrione o un embrione più o meno sviluppato.

Ci sono effetti collaterali?

Della nausea e del vomito si è già detto. Sempre nel caso dei farmaci a base di termini, si segnala la possibilità di astenia, lievi perdite di sangue dall'utero (simil-mestruali), mal di testa, dolori addominali (mal di pancia...). Tutti questi effetti collaterali tendono a ridursi da sé, al limite potranno essere necessari farmaci contro nausea e vomito. Può anche capitare che nel mese successivo le mestruazioni si presentino con qualche giorno di anticipo o di ritardo, ma il ciclo si regolarizza subito dopo.

Per lo IUD si hanno questi effetti indesiderati: disturbi addominali (senso di imbarazzo), piccole emorragie e, a volte, infezioni.

La sicurezza della contraccezione di emergenza

Se per sicurezza si intende l'efficacia, l'uso della pillola anticoncezionali, della spirale o degli altri metodi precoitali (cioè che precedono il rapporto) danno maggiori garanzie. Però, in caso di incidente, i due sistemi descritti possono essere considerati efficaci. Si tenga presente, però, che meno tempo trascorre dal rapporto, meglio è: l'efficacia della pillola del giorno dopo a base di progestinici sale dall'89% al 95% se viene assunta entro 24 ore dal rapporto. Inoltre, l'efficacia varia a seconda del momento del ciclo in cui si trova la donna: più vicina è l'ovulazione minore è l'efficacia.
Se invece per sicurezza si intende l'assenza di gravi effetti secondari all'assunzione, è bene ricordare che è dal 1974 (quando il medico canadese Albert Yuzpe ha pubblicato i primi studi) che si ricorre alla pillola del giorno dopo e che non sono stati segnalati incidenti gravi. Vale infine la pena di ripetere che se si è già incinta, la pillola del giorno dopo semplicemente non funziona.

La pillola abortiva o mifepristone

Qui il discorso è completamente diverso. Intanto il mifepristone non è un ormone, ma una sostanza che impedisce al progesterone (questo sì un ormone fondamentale) di svolgere il suo lavoro, occupandone i recettori nell'apparato genitale femminile. Il risultato è che la somministrazione del mifepristone dopo che è avvenuto il concepimento induce l'aborto. In pratica, sostituisce il bisturi attivando gli stessi meccanismi che causano l'aborto spontaneo. L'unico punto di contatto con la pillola del giorno dopo è che, effettivamente, se si somministra questo farmaco a dosaggio molto più basso entro cinque giorni da un rapporto non protetto si ottiene una contraccezione d'emergenza.
Tuttavia non è questa l'indicazione principale del farmaco.
Peraltro, vista la sua azione, per questo farmaco è stato ipotizzato anche l'impiego nel trattamento del tumore della mammella, dell'endometriosi e della sindrome di Cushing, tutte malattie il cui andamento dipende proprio dall'azione degli ormoni sui tessuti interessati (mammella, utero...).
Attenzione, però, il mifepristone non funziona da solo come abortivo: viene infatti associato con un'altra sostanza, per la precisione una prostaglandina (il misoprostolo ma anche altre)

Come si assume il farmaco? Quanto è efficace?

Ovviamente, si assume sotto controllo medico, anche se non è necessario restare in ospedale ininterrottamente fino ad aborto avvenuto. Prima di procedere, però, è necessario determinare esattamente l stadio della gravidanza (l'efficacia del farmaco è massima elle primissime fasi) e controllare che non sia in atto una gravidanza extrauterina (può essere sufficiente un'ecografia) Lo schema prevede la somministrazione di 600 mg di mifepristone e, due giorni dopo, la somministrazione della prostaglandina. Di norma, al massimo entro due settimane dalla somministrazione del secondo farmaco si produce l'aborto spontaneo, ma nel 75% dei casi l'aborto si verifica già entro 24 ore dall'assunzione della prostaglandina. Complessivamente, l'efficacia è del 95% circa, a patto che si agisca entro la settima settimana di gravidanza. Ovviamente, se il trattamento non ha effetto è necessario procedere chirurgicamente.

La sicurezza, gli effetti collaterali

Anche se a qualcuno può essere sembrata una novità, il mifepristone è noto da tempo e il suo impiego per l'aborto medico (per distinguerlo dall'aborto chirurgico) è cominciato proprio in Europa, in Francia per l'esattezza, nel 1989. Con molte difficoltà il farmaco è stato successivamente approvato in Gran Bretagna e Svezia. A oggi si ritiene che sia stato impiegato in Europa in oltre 600.000 donne e fonti non ufficiali indicano che in Cina (altro paese in cui è da tempo consentito l'impiego del farmaco) gli aborti così effettuati siano oltre 3.000.000.
Non è una casistica piccola e finora non ci sono state segnalazioni di incidenti gravi. Deve comunque essere chiaro che abortire con la pillola comporta gli stessi effetti collaterali della procedura chirurgica: possibilità di emorragie, dolori addominali, disturbi gastrointestinali. Rispetto all'intervento, però, non c'è il rischio di lesioni all'utero e nemmeno i rischi legati a qualsiasi anestesia.

Maurizio Imperiali



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