Coronavirus, tra i sintomi anche le manifestazioni cutanee

09 febbraio 2021
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Coronavirus, tra i sintomi anche le manifestazioni cutanee



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Tra i sintomi meno noti dell'infezione da Sars CoV-2 anche eruzioni cutanee


Non solo febbre. Tra i sintomi meno noti dell'infezione da Sars CoV-2 vi sono anche eruzioni cutanee, arrossamenti e manifestazioni simili all'orticaria o a quelle tipiche delle malattie esantematiche.

A dirlo è uno studio italiano, condotto con il supporto della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) e pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology.

Secondo queste recenti evidenze, quindi, sarebbe opportuno prestare attenzione alla comparsa di eventuali alterazioni sulla pelle: un'apparente orticaria, un eritema molto esteso, una improvvisa vasculite, ma anche ecchimosi e geloni. Tutti sono possibili spie della malattia, e dovrebbero indurre a sottoporsi a un tampone.

Sei sintomi


Gli Autori hanno individuato sei possibili tipologie di lesioni cutanee associate all'infezione da Covid-19:

  1. un quadro clinico simile all'orticaria;
  2. un'eruzione morbilliforme sia agli arti che al tronco;
  3. una reazione cutanea simile alla varicella;
  4. la presenza di lesioni che ricordano i geloni;
  5. livedo reticularis, simile ad ecchimosi da trauma;
  6. la presenza di vasculite, con un colorito rosso vinoso e la possibile formazione di ulcere sugli arti inferiori.

Lo studio

Lo studio è stato condotto su 200 pazienti in tutta Italia, ed è il terzo per numero di pazienti osservati a livello mondiale. Obiettivo della ricerca quello di individuare una correlazione statistica tra ciascuno dei sei quadri con la gravità della malattia e i sintomi più tipicamente a essa associati, come febbre, polmonite, difficoltà respiratoria.

Con il supporto della SIDeMaST, 21 Centri di Dermatologia italiani hanno contribuito alla raccolta dei dati clinici dei pazienti con manifestazioni cutanee associate al COVID-19. Le indagini sono state condotte nella prima fase della pandemia, nel mese di marzo 2020.

Il quadro clinico associato all'infezione da Coronavirus è stato classificato in quattro livelli: asintomatico, di gravità lieve, moderato e grave. I pazienti presi in esame sono stati prevalentemente maschi (54%), con un'età media, al momento della diagnosi, di 57 anni.

Sono stati considerati anche parametri come sesso, età al momento dell'insorgenza della malattia, presenza o assenza di comorbidità, presenza o assenza di lesioni mucose, durata delle manifestazioni cutanee, insieme a: sintomi correlati alla pelle, sintomi sistemici, durata dei sintomi sistemici, latenza tra le manifestazioni cutanee e sintomi sistemici e gravità della patologia.

Sul totale dei 200 pazienti considerati, sono risultati asintomatici 31 pazienti (15.5%), mentre 51 (25.5%) presentavano una forma lieve della malattia. Il 47.5% dei pazienti aveva una forma moderata, e l'11.5% una forma severa. Inoltre, 86 dei 195 pazienti (con dati disponibili 43%) avevano manifestato almeno una comorbidità.

Queste le percentuali dei fenotipi cutanei individuati: orticarioide 13.2%, eritematosa o morbilliforme 27.4%, simile a varicella 16.2%, geloni 25.4%, ecchimosi 3.6 %, vasculite 10.7%. "La durata media delle manifestazioni cutanee osservata - afferma Angelo Valerio Marzano, Direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell'Università degli Studi di Milano - è stata di 12 giorni; quella dei geloni era di 22 giorni. Inoltre, abbiamo rilevato che i geloni erano il sintomo prevalente tra i giovani ed erano associati a una manifestazione quasi sempre asintomatica del virus, mentre tutti gli altri fenotipi erano collegati ad una forma più o meno severa. A questo proposito, due importanti lavori condotti precedentemente a livello internazionale avevano dato come assunto il fatto che le lesioni della pelle più gravi fossero correlate ad una forma più grave di Coronavirus, stabilendo quindi una proporzione diretta tra sintomi cutanei aggressivi e gravità del COVID. Una corrispondenza che invece, in base ai nostri studi, non esiste: non c'è alcuna correlazione diretta tra la gravità della manifestazione cutanea e quella della malattia da Sars-CoV-2. Piuttosto, una correlazione esiste tra aumento dell'età e aumento della gravità della malattia".

Riferimenti bibliografici:



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