Covid-19 e cure domiciliari: nuove linee guida

07 maggio 2021
Aggiornamenti e focus

Covid-19 e cure domiciliari: nuove linee guida



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Vigile attesa con monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente, misurazione periodica della saturazione dell'ossigeno tramite pulsossimetria, trattamenti sintomatici con paracetamolo o Fans in caso di febbre o dolori articolari o muscolari, no a integratori e vitamine, valutazione dei casi da indirizzare a centri per il trattamento con gli anticorpi monoclonali. Così il ministero della Salute ha aggiornato le linee guida, emanate a novembre, della "Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Sars-Cov-2".

Linee guida in 7 punti


  1. non modificare, a meno di stringente ragione clinica, le terapie croniche in atto per altre patologie (es. terapie antiipertensive, ipolipemizzanti, ipoglicemizzanti, anticoagulanti o antiaggreganti, terapie psicotrope)
  2. utilizzare un trattamento di tipo sintomatico con paracetamolo o FANS in caso di febbre o dolori articolari o muscolari, a meno che non esista chiara controindicazione all'uso, o altri farmaci sintomatici su giudizio clinico
  3. non utilizzare routinariamente corticosteroidi; inoltre, un utilizzo precoce di questi farmaci si è rivelato inutile se non dannoso, in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un'adeguata risposta immunitaria
  4. utilizzare eparina solo nei soggetti immobilizzati per l'infezione in atto
  5. evitare l'uso empirico di antibiotici; il loro eventuale utilizzo è da riservare esclusivamente ai casi in cui l'infezione batterica sia stata dimostrata da un esame microbiologico e a quelli in cui il quadro clinico ponga il fondato sospetto di una sovrapposizione batterica
  6. non utilizzare idrossiclorochina, la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti
  7. valutare, nei pazienti a rischio di progressione di malattia, la possibilità di trattamento precoce con anticorpi monoclonali da parte delle strutture abilitate alla prescrizione.

Anticorpi monoclonali


La novità introdotta dalla nuova circolare è la valutazione dei pazienti da indirizzare nelle strutture di riferimento per il trattamento con anticorpi monoclonali. La decisione di avviare il paziente a questa terapia è affidata a Mmg, pediatri di libera scelta e medici delle Usca(R) e, in generale, ai medici che abbiano l'opportunità di entrare in contatto con pazienti affetti da Covid di recente insorgenza e con sintomi lievi-moderati che devono essere indirizzati rapidamente ai centri regionali abilitati. È raccomandato il trattamento nell'ambito di una struttura ospedaliera o, comunque, in un contesto che consenta una pronta e appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi. Il trattamento con anticorpi monoclonali "deve essere riservata, in base alle evidenze di letteratura, a pazienti con Covid di recente insorgenza (al meglio entro 72 ore dalla diagnosi d'infezione e comunque sintomatici da non oltre 10 giorni) con infezione confermata da Sars-Cov-2 e definiti ad alto rischio di sviluppare forme gravi in accordo alle determine autorizzative per la presenza delle condizioni elencate nell'apposita scheda riportata a pagina 22 del presente documento".

Gestione casi lievi: solo eventuale terapia sintomatica di supporto

Le raccomandazioni della circolare si riferiscono alla gestione farmacologica dei casi lievi di Covid-19. In linea generale, per le persone con queste caratteristiche cliniche non è indicata alcuna terapia, al di fuori di una eventuale trattamento sintomatico di supporto.
Per i casi lievi, si legge nella circolare, cioè con "sintomi come febbre (più di 37.5 gradi C), malessere, tosse, faringodinia, congestione nasale, cefalea, mialgie, diarrea, anosmia, disgeusia, in assenza di dispnea, disidratazione, alterazione dello stato di coscienza", non è indicata "alcuna terapia al di fuori di una eventuale terapia sintomatica di supporto". Oltre a vigile attesa, saturimetro (92% è il valore soglia che deve allertare) e farmaci sintomatici come tachipirina o antinfiammatori, fra le altre indicazioni "non utilizzare routinariamente corticosteroidi. L'utilizzo della terapia precoce con steroidi si è rivelata inutile se non dannosa in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un'adeguata risposta immunitaria; non utilizzare eparina. L'uso di tale farmaco è indicato solo nei soggetti immobilizzati per l'infezione in atto; evitare l'uso empirico di antibiotici; non utilizzare idrossiclorochina la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti".
Integratori - "Si segnala che non esistono, a oggi, evidenze solide e incontrovertibili (ovvero derivanti da studi clinici controllati) di efficacia di supplementi vitaminici e integratori alimentari, ad esempio vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina - si legge nella circolare - il cui utilizzo per questa indicazione non è, quindi, raccomandato".

Fonte: Farmacista33



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