Covid-19 e salute mentale: aumento di angoscia, solitudine e sintomi di stress traumatico

16 novembre 2022
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Covid-19 e salute mentale: aumento di angoscia, solitudine e sintomi di stress traumatico



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Una ricerca pubblicata su Health Psychology ha rilevato che le restrizioni imposte dai vari stati nei primi sei mesi di pandemia da Covid-19 non sono stati legati a una salute mentale peggiore, mentre le persone con esposizione personale al virus e coloro che hanno trascorso parecchio tempo informandosi sui media riguardo al Covid-19 hanno avuto maggiori probabilità di sperimentare angoscia, solitudine e sintomi di stress traumatico. 

«Negli ultimi decenni, il nostro team ha esaminato l'impatto psicologico di disastri su larga scala sulla popolazione. Nel febbraio 2020, ci siamo resi conto che il nuovo coronavirus, come veniva chiamato all'epoca, avrebbe probabilmente avuto un effetto sulla popolazione degli Stati Uniti nei mesi a venire» spiega Roxane Cohen Silver, della University of California, Irvine, autrice senior del lavoro. I ricercatori hanno intervistato un campione rappresentativo a livello nazionale di oltre 6.500 partecipanti dal 18 marzo al 18 aprile 2020, quindi hanno posto le stesse domande a quasi 5.600 degli stessi partecipanti circa sei mesi dopo, dal 26 settembre al 16 ottobre, per valutare come la loro salute mentale e l'esposizione al virus fossero cambiate nel corso della pandemia.

Gli intervistati hanno risposto a quesiti sui sintomi di angoscia, solitudine e stress traumatico sperimentati nella settimana precedente, sul fatto di aver contratto o meno il più COVID-19, o quanti loro conoscenti avessero avuto la malattia o fossero morti, e su quante ore in media avessero trascorso ogni giorno nell'ultima settimana a consultare notizie relative alla pandemia sui media tradizionali, sulle fonti di notizie online e sulle piattaforme di social media. Ebbene, nel complesso i partecipanti avevano sperimentato solitudine e sintomi di disagio globale, come depressione e ansia, nel corso dei sei mesi, ma il loro disagio non era significativamente correlato alle restrizioni a livello statale. Invece, le esperienze personali vissute rispetto al COVID, insieme alla quantità di notizie sulla pandemia a cui gli individui erano stati esposti, erano predittori di sintomi psicologici più forti rispetto alle restrizioni a livello statale. «I partecipanti che hanno riferito di aver contratto il Covid-19 nei primi sei mesi della pandemia erano i più propensi a riferire una cattiva salute mentale, ma anche conoscere qualcuno che fosse morto a causa del Covid-19 o qualcuno che aveva contratto il Covid-19 era significativamente correlato ad angoscia, solitudine e sintomi di stress traumatico» concludono gli autori.



fonte: Doctor33

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