Cateterismo cardiaco e protesi valvolare aortica

12 gennaio 2016

Cateterismo cardiaco e protesi valvolare aortica


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09 gennaio 2016

Cateterismo cardiaco e protesi valvolare aortica

75 enne, pensionato, all’epoca dei fatti portatore di protesi valvolare aortica biologica al suo ventesimo anno di servizio. Circa sei mesi fa, già dopo alcune avvisaglie manifestatesi nel corso delle settimane che hanno preceduto, al termine d’una giornata un po’ stressata mi ha preso un forte dolore al petto, come una sensazione di schiacciamento. Già dotato di buone conoscenze al riguardo, il sospetto d’infarto era giustificato. Chiamata l’ambulanza, il primo soccorso è stato un vasodilatatore che ha immediatamente annullato l’oppressione. Al P. S. dell’ospedale *** l’Ecg ha rivelato trattarsi di occlusione coronarica al ramo tal dei tali (qui non credo abbiano importanza dettagli per il quesito che viene posto). Per riassumere: dopo i preliminari accertamenti eccoci con la coronarografia seguendo poi subito trattamento di angioplastica + stent. In sostanza, mi è stato fatto il cateterismo cardiaco. Tutto a posto con la nuova pervietà “indotta” del canale coronarico? Niente affatto. Nei giorni che sono seguiti, mi ritrovo con frequenti dolori al petto, affanno, stanchezza e debolezza. Al che il medesimo cardiologo mi pratica l’ecografia transesofagea che rivela il distacco della protesi valvolare aortica. Situazione veramente critica. In capo ad una settimana mi sono dovuto sottoporre all’indispensabile sostituzione della protesi. Operazione brutta, rischiosa e difficile (con uno stent da pochissimo conficcato in coronaria!), con incidente operatorio, e coma post-operatorio di 15 gg. Ne sono uscito per il rotto della cuffia, per l’80 per cento ci dovevo lasciare le penne, per fortuna nessun danno cerebrale ma le mie condizioni generali non sono tuttora minimamente soddisfacenti: (EF 51% mentre prima ero stabile sul 60%, movimento postchirurgico del setto intraventricolare, peso e forma fisica non più recuperati in toto, ridotte difese immunitarie.
Bene: tutto questo per dire che la mia convinzione tenace e assoluta è che il distacco della protesi (si noti bene: normofunzionante al controllo di appena cinque mesi prima dell’angioplastica) sia stato provocato da quell’improvvido cateterismo cardiaco (Il catetere dovrebbe aver attraversato il lume della protesi in entrata e in uscita per andare a ispezionare le camere cardiache) che non si doveva assolutamente praticare in presenza di protesi in luogo di valvola nativa e in ispecie in quanto protesi logora di vent’anni di utilizzo e perciò comprensibilmente usurata nei punti di ancoraggio. Ma l’ischemia coronarica? Bene, nell’ipotesi del rischio che si è poi puntualmente verificato, quell’ischemia da quattro soldi si poteva benissimo tenere sotto controllo con dei farmaci apposta per evitare quella possibile se non addirittura prevedibile conseguenza assai grave. Oppure sarà stato un cateterismo praticato con magistrale imperizia, chissà. Ma intanto quel sedicente cardiologo mi ha ficcato in un guaio veramente serio, di cui mi porto tutte le conseguenze fisiche e psichiche nonché compromissione di esistenza. Con ciò: mi può confermare l’esattezza di quanto viene qui affermato ossìa PERICOLOSO IL CATETERISMO CARDIACO CON PERCORSO TRANSVALVOLARE in pazienti portatori di protesi valvolare aortica.
Grazie, cordialità, Giancarlo

Risposta del 12 gennaio 2016

Risposta a cura di:
Prof. ALBERTO TITTOBELLO


Temo che lei confonda quello che è il cateterismo delle cavità cardiache con quello che lei ha fatto realmente, cioè il cateterismo delle arterie coronariche, che non va a ledere le valvole. Credo che si sia trattato di un incidente causale. Quanto alla necessità di inserire lo stent, non possiamo saperlo, né io, né lei. Si deve pensare che fosse necessario, o quanto meno utile, dal momento che lei aveva avuto un dolore per ischemia, quindi pericoloso.

Prof. Alberto Tittobello
Casa di cura privata
Specialista attività privata
Universitario
Specialista in Gastroenterologia
Specialista in Cardiologia
Milano (MI)


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