Meningite, importante riconoscerla in tempo

09 febbraio 2011
Interviste

Meningite, importante riconoscerla in tempo



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di Simona Zazzetta

La meningite è un'infezione che colpisce le meningi, le membrane che avvolgono il sistema nervoso e il midollo spinale, all'interno delle quali il liquido contenuto tende ad aumentare e a esercitare una compressione del sistema nervoso. L'infezione può essere causata da diversi tipi di germi, con conseguenze a volte gravi. Alberto Ugazio, Presidente della Società Italiana di Pediatria, spiega quali sono e come evitarle.

Che cosa rende così grave la meningite?
La vicinanza stretta tra le meningi infiammate e il sistema nervoso è molto pericolosa perché l'infiammazione può provocare danni nervosi lievi o persistenti. Se l'infiammazione o i germi raggiungono centri nervosi che controllano la respirazione o il battito cardiaco, si può verificare anche il decesso del paziente. Ma ciò che la rende subdola sono i sintomi, a volte non facili da individuare.

Quali sono?
Il vero problema, con le meningiti, sono i sintomi iniziali in quanto sono poco specifici: febbre alta oltre i 38,5°C, infiammazione della gola e tonsillite. I sintomi specifici, invece, sono più tardivi ma compaiono quando i germi sono già entrati in contatto con il sistema nervoso. Rigidità nucale, convulsioni, disturbi della motricità di alcune parti del corpo, tendenza a piegare le gambe e a piegarsi sul fianco per alleviare il dolore, sono segni più evocativi di meningite. Questo la rende particolarmente insidiosa, poiché quando la si riconosce dai sintomi specifici diventa più difficile trattare e rimediare i danni. Questo aspetto è particolarmente critico nei bambini con meno di 2 anni, nei quali le suture craniche incomplete, la cosiddetta fontanella, fanno sì che la compressione del liquido delle meningi sia inferiore. In questi casi i sintomi sono ancora più modesti e meno evocativi e occorre un buon pediatra per individuarli. In caso di sospetto si procede alla diagnosi con puntura lombare che attualmente viene fatta, per i bambini, in anestesia totale.

In Italia, è un disturbo diffuso?
No. In genere si parla di focolai di infezione, ma sono eventi sporadici e occasionali. In Italia si verificano poche centinaia di casi, anche tenendo conto del fatto che la forma provocata da Haemophilus è virtualmente scomparsa, grazie l'introduzione, alla fine degli anni '90, della vaccinazione che ci protegge da questo batterio. Anche la forma di meningite provocata da pneumococco è in calo da quando il vaccino è stato raccomandato. Ci sono ancora casi provocati da meningococco che per altro spiegano gran parte della mortalità associata a meningite.

Quindi ci sono diverse forme?
I sintomi e l'infiammazione non cambiano, ma cambiano l'evoluzione dell'infezione e la sua gestione in base al tipo di agente patogeno che le provoca. Le forme da Haemophilus influenzae B e da Pneumococco sono simili e sono meno pericolose perché hanno un andamento più lento e quindi una finestra di tempo più ampia per porre la diagnosi e iniziare il trattamento. La forma provocata da Meningococco, invece, è quella più difficile, perché il batterio, Neisseria meningitidis, diffonde più rapidamente nelle meningi e quindi c'è meno tempo per intervenire. Infine, ci sono anche delle forme virali molto diffuse e frequenti che, di solito, provocano una meningite più lieve.

Come va curata la meningite?
La terapia si basa tuttora sull'uso di antibiotici, efficaci nel risolverla intervenendo precocemente. Questi farmaci sono una risorsa molto importante per combattere le meningiti batteriche ed è per questo che la stessa Agenzia Italiana del Farmaco raccomanda a medici e pediatri di non usarli subito, alla comparsa di febbre, mal di gola, o in modo inappropriato. È importante, quindi, non allarmarsi ingiustificatamente e in caso di febbre alta, sopra i 38,5°, attendere almeno tre giorni e chiedere un consulto al medico che potrà cogliere i segni dell'infiammazione. Inoltre, in caso di diagnosi ma anche di sospetto il paziente viene ricoverato.

Che cosa deve fare chi è stato a contatto con il malato?
Anche in questo caso non vanno creati allarmismi, soprattutto nelle scuole, per le quali ci sono delle regole ben precise, come la profilassi antibiotica per i compagni di classe e per chi è stato a stretto contatto con il malato. Inoltre, ci sono misure di prevenzione anche per i familiari che devono seguire la profilassi. In questo modo è possibile evitare che si ammalino altre persone contenendo la diffusione

E per prevenirla?
La copertura vaccinale è sicuramente consigliata, nel Piano Nazionale dei Vaccini viene raccomandato il vaccino meningococcico che copre dal ceppo C e l'antipneumococcico che copre da sette ceppi batterici, altri vaccini per entrambe le forme sono in studio o sono già stati approvati. È importante prevenire le meningiti, perché il vero problema non è la cura, perché c'è ed è efficace, ma la difficoltà nel riconoscerle in tempo.



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