Pidocchi, dai pediatri una guida per eliminarli

30 novembre 2011
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Pidocchi, dai pediatri una guida per eliminarli



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L'infestazione da pidocchi, la pediculosi, è piuttosto comune tra i bambini che frequentano la scuola, in particolare nella fascia di età che va dai 3 agli 11 anni. La loro presenza si riconosce da alcuni segni, come arrossamento cutaneo, soprattutto vicino alle orecchie e sulla nuca, e da prurito al cuoio capelluto, specialmente di notte e spesso finisce per coinvolgere tutta la famiglia. Nonostante sia una circostanza piuttosto comune, soprattutto nelle scuole elementari, sopravvivono pregiudizi e false convinzioni che spesso portano a stigmatizzare e prendere provvedimenti errati. I pediatri della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) suggeriscono alcune indicazioni pratiche per intervenire e per prevenire la diffusione.

La prima cosa da fare quando c'è il dubbio che il bambino possa avere pidocchi o le loro uova (lendini) è ispezionare accuratamente il cuoio capelluto aiutandosi con una buona illuminazione e con un pettine a denti fitti, ce ne sono anche di appositi, e anche di una lente d'ingrandimento. Se sono in corso epidemie scolastiche o in altre comunità, questi controlli devono essere eseguiti almeno due volte alla settimana. Permangono ancora pregiudizi sulla mancanza di igiene come causa della loro comparsa, mentre invece, dicono gli esperti, è proprio il contrario: vengono attaccati più facilmente i capelli lavati eccessivamente, soprattutto se sottili e chiari. Inoltre, non è vero che il pidocchio "salti" da una testa all'altra perché non può spostarsi autonomamente, ma sono necessari contatti diretti, o uso comune di oggetti infestati. Non serve nemmeno disinfestare e disinfettare gli ambienti, aule, palestre eccetera, poiché questi parassiti non sopravvivono oltre le 24 ore dal momento che si nutrono esclusivamente di sangue umano. Ai bambini va spiegato che non devono scambiarsi indumenti, specie cappelli, sciarpe e maglioni; lenzuola e cuscini vanno lavati a una temperatura superiore a 60 C°. Pettini, spazzole e fermagli devono restare immersi per 1 ora in acqua molto calda e detersivo. Gli oggetti che non possono essere lavati in acqua o a secco, per esempio giocattoli e peluche, vanno conservati per due settimane in sacchetti di plastica.

Una volta accertata la presenza di pidocchi, il trattamento con gli shampoo può avere poco successo se sono formulazioni specifiche ma diluite, o se vengono risciacquati troppo presto. Per trattare la pediculosi in modo efficace, dicono i pediatri, il prodotto contenente il principio attivo deve rimanere a contatto con i capelli per un tempo sufficiente: solitamente per alcune ore o, meglio, per tutta una notte. Le formulazioni adatte si trovano come gel, lozioni o mousse termosensibili. Viene inoltre sconsigliato il taglio "a zero" dei capelli: «Un taglio drastico dei capelli» sostiene Angelo Milazzo, pediatra della Sipps-Sicilia «non solo rischia di creare disagio nel bambino e, soprattutto, nella bambina, ma nella maggior parte dei casi è un rimedio inutile. Meglio un trattamento corretto, capace di eliminare in modo definitivo i parassiti. Finora la maggiore efficacia è stata dimostrata da: permetrina, piretrine naturali sinergizzate, malathion e da dimeticone, che agisce con un meccanismo di tipo fisico, asfissiando il pidocchio. È comunque molto importante che la terapia venga indicata dal pediatra e non da altre figure, neanche dal farmacista». Il trattamento deve essere ripetuto dopo 7-10 giorni e la tipologia di prodotto va cambiata, dopo tre recidive dell'infestazione. Al trattamento bisogna far seguire l'uso frequente di un pettine a denti fitti, soprattutto al fine di rimuovere le lendini. Non porta alcun vantaggio, invece, il taglio dei capelli.



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