Meno bebè, mamme più anziane, troppi cesarei. I dati sulla natalità in Italia

25 settembre 2013
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Meno bebè, mamme più anziane, troppi cesarei. I dati sulla natalità in Italia



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Siamo sempre di meno: in Italia i bebè diminuiscono di anno in anno. Nel 2009 sono nati 557.300 nuovi piccoli italiani, mentre nel 2010 ne sono venuti al mondo 554.428. Sono i dati del nono Rapporto Cedap (che misurano la natalità in Italia) pubblicati dal Ministero della Salute. Cresce la fiducia nella sanità statale, o forse diminuiscono le disponibilità economiche, perché secondo il rapporto l'88,2 delle donne si rivolge alle strutture sanitarie pubbliche (a fronte dell'87,7 per cento dell'anno precedente), mentre solo l'11,8 per cento preferisce le cliniche private. Le altre scelte, generalmente casa propria, sono allo 0,1 per cento. Di tutti i nati in Italia l'1,38 per cento vengono al mondo grazie alla procreazione medicalmente assistita.

Il ministro Lorenzin, presentando i dati, ha auspicato una maggiore attenzione verso le adolescenti e le donne in età fertile e al settore materno infantile. Scelte politiche adeguate, sostiene il ministro, migliorano qualità e sicurezza degli interventi e, cosa importante, riducono i tagli cesarei. Sono infatti ancora molti, troppi secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i parti cesarei: il 37,5 per cento, mezzo punto percentuale in meno rispetto all'anno prima. Il dato, decisamente sopra la media europea, raggiunge picchi altissimi nelle cliniche private (58,3 per cento contro il 34,6 per cento nel pubblico).

I neonati diminuiscono ma cresce l'età media delle mamme: 32,6 anni per le italiane, mentre per le cittadine straniere la media è di 29,3 anni. Sale anche il numero di queste ultime: dal 18 per cento dei parti nel 2009 al 18,3 per cento nel 2010, con picchi in Emilia Romagna e Lombardia, dove rappresentano il 28 per cento.

Nonostante cresca l'età media delle madri, cala il numero delle amniocentesi: ne sono state effettuate 13,6 ogni 100 parti, a fronte delle 14,2 registrate dal precedente rapporto. Ma niente allarmi, non sono un segno di mancata attenzione al periodo più delicato della gravidanza, perché resta alto e stabile, anche rispetto alla media europea, il numero dei controlli durante la gestazione: nell'84,6 per cento dei casi il numero di visite ostetriche è superiore a 4 e nel 73,2 per cento delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. Grazie a questi controlli scende il tasso di mortalità natale: nel 2010 ci sono stati 1.510 nati morti (2,72 per mille mentre nel 2009 erano il 2,83).



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