Le malattie del cuore si prevengono così

30 settembre 2013
Interviste

Le malattie del cuore si prevengono così



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«Ieri abbiamo tenuto la maggior parte delle cardiologie universitarie aperte ed è stato un successo, molti cittadini sono venuti a farsi visitare e a sottoporsi all'elettrocardiogramma: l'importante era sensibilizzare sulla necessità di controllare per prevenire le malattie cardiache». Matteo Di Biase, presidente della Società Italiana di Cardiologia commenta così la Giornata Mondiale del Cuore che è "andata in onda" domenica 29 settembre.

Visita cardiologica ed elettrocardiogramma: due semplici strumenti per salvare molte vite.
«È un tema di grande attualità. Ed è stato il tema della manifestazione di quest'anno: la prevenzione. Soprattutto quando si parla di giovani. Perché molto spesso l'attività sportiva svolta dai nostri ragazzi non è protetta da controlli ed esami adeguati».

Ma ormai ci sono leggi abbastanza esplicite...
«Le nuove leggi obbligano le palestre e i luoghi dove si fa attività sportiva a dotarsi di un defibrillatore automatico. E questo è un passo molto importante, ma spesso è disatteso. Così come è disatteso spesso anche l'obbligo, imposto per legge, a un controllo cardiaco prima di ammettere un giovane all'attività sportiva».

Quindi voi chiedete che le leggi siano rispettate.
«Non solo questo. Un altro argomento a noi caro è lo screening sui giovani. Noi dobbiamo riuscire a entrare in tutte le scuole d'Italia, elementari e medie, per cercare di individuare a monte i soggetti a rischio, cioè quei ragazzi che potrebbero correre dei rischi nello svolgere un attività sportiva».

In percentuale, quanti possono essere i soggetti a rischio?
«I dati parlano dello 0,2 o 0,3 per mille. E con lo screening di massa nelle scuole si possono individuare questi ragazzi, giovani che hanno delle disfunzioni nascoste e mai diagnosticate. Perché la maggior parte dei bambini arriva all'adolescenza senza mai avere fatto un elettrocardiogramma. Noi vogliamo evitare questo ritardo. E per questo c'è bisogno di un intervento cardiologico all'interno delle scuole. Questa è stata la filosofia della Giornata del Cuore».

Ma il Sistema sanitario nazionale può sopportare uno sforzo economico così ingente?
«Penso di no. Il problema economico si può però risolvere coinvolgendo le associazioni e le Onlus che operano in questo settore e potrebbero farsi carico di questa tipo di ricerca».

Di quali patologie stiamo parlando?
«Le malattie insidiose, le cosiddette malattie dei canali ionici, che sono quelle che poi portano alla morte improvvisa, all'arresto cardiaco. Tutte malattie che spesso non hanno sintomi perché innescate dal mancato scambio di sodio, di potassio e di calcio che provoca le alterazioni cellulari che portano a delle aritmie gravi. Visite ed elettrocardiogrammi permettono di individuare chi ha queste malattie».

Ci sono dei consigli che possiamo dare per prevenire disturbi cardiaci e cardiovascolari?
«Il primo è, ovviamente, quello per cui abbiamo lavorato domenica scorsa: prevenzione primaria, ovvero tutti devono fare una visita cardiologica e un elettrocardiogramma per appurare se ci sono problemi strutturali. Poi si può parlare di prevenzione secondaria. Quella medica: controllare regolarmente il colesterolo e la pressione del sangue (ipercolesterolemia e ipertensione sono i principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari), controllare il glucosio nel sangue perché le malattie cardiovascolari sono il 60 per cento delle cause di morte dei diabetici. E quella degli stili di vita: non fumare, fare sport, mangiare sano».



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