Pressione alta, il sale non è nemico assoluto

16 giugno 2017
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Pressione alta, il sale non è nemico assoluto



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Consumo di sale negli ipertesi riabilitato, quantomeno in modiche quantità. Secondo quanto sta emergendo a Milano, nel corso del 27° Congresso della Società europea dell'ipertensione (Esh), non ci sono ancora dati scientifici certi sugli effetti che un consumo moderato di sale offrirebbe alla riduzione del rischio cardiovascolare.

Diminuirne l'impiego abbassa sicuramente il pericolo di insorgenza di ipertensione. Tuttavia un eccesso di riduzione, al di sotto dei 7,5 grammi di sale al giorno (corrispondenti a 3 grammi di sodio), potrebbe essere dannoso per la salute.

«Gli studi clinici finora condotti hanno dimostrato che l'abbassamento della pressione si verifica con un consumo inferiore a 3 grammi di sale al giorno», afferma Giuseppe Mancia, Presidente dell'Esh Meeting di Milano e primo autore dello studio.

«Questo genere di interventi di salute pubblica risulta però difficile da condurre su tutta la popolazione mondiale in particolar modo nei Paesi a reddito medio-basso. Definire la dose di sodio ottimale per il benessere dell'organismo è difficile e controverso. Non abbiamo ancora dati scientifici certi sugli effetti che un consumo moderato di sale offrirebbe alla riduzione del rischio cardiovascolare e di decesso. I nostri dati suggeriscono di limitare l'apporto di sale senza però andare al di sotto dei 7,5 grammi al giorno perché non conosciamo ancora le conseguenze per la salute».



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