L’associazione ALICE lancia l’allarme: ictus in aumento tra i giovani

19 marzo 2019
Aggiornamenti e focus

L’associazione ALICE lancia l’allarme: ictus in aumento tra i giovani



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Il recente caso dell'attore Luke Perry morto a soli 52 anni a causa di un ictus, ha posto all'attenzione del pubblico il grave problema dell'ictus giovanile: in Italia si calcola che circa 12.000 soggetti di età inferiore a 55 anni ne vengano colpiti ogni anno.
Molto spesso si ritiene che questa malattia riguardi soltanto soggetti anziani; nonostante la probabilità di malattia aumenti con l'aumentare dell'età, in realtà è bene sapere che possono esserne colpiti anche i giovani, con conseguenze serie. «Il problema assume particolare rilevanza» dichiara Carlo Gandolfo, Ordinario di Neurologia all'Università di Genova, componente del Comitato Tecnico Scientifico di A.L.I.Ce. Italia Onlus «considerando che nei soggetti "giovani" l'incidenza di ictus, cioè il numero di nuovi casi che si verificano in un anno nella popolazione, sembrerebbe tendere ad aumentare, mentre, grazie all'efficacia della prevenzione, nelle altre fasce di età più avanzata l'incidenza tende a diminuire, almeno in tutte le nazioni economicamente avanzate».

Forma più grave in giovane età


Nei giovani, più spesso che negli anziani, l'ictus si presenta nella sua forma più grave, cioè come emorragia intra-cranica. Si tratta di una lacerazione spontanea di un'arteria intra-cranica con fuoriuscita di sangue a pressione elevata, che ha un tasso di mortalità più che doppio rispetto alle peraltro molto più frequenti forme ischemiche, dovute ad occlusione di un'arteria cerebrale.

Per esempio «Nel caso di Luke Perry» conclude Gandolfo «sembra, in effetti, essersi trattato di un'emorragia cerebrale. Questo tragico evento, che ha avuto grande risonanza mediatica, dovrebbe stimolare la popolazione a prestare maggior attenzione alla correzione di quei fattori di rischio modificabili che aumentano la probabilità di malattia, in particolare l'aumento della pressione arteriosa, il fumo, l'alcool, l'assunzione di sostanze illecite, tutti fattori che sono notoriamente connessi con l'ictus ed in particolare con le forme emorragiche».

Ogni anno si registrano il doppio di nuovi casi di ictus giovanile: questo aumento di casi tra persone più giovani va attribuito soprattutto ad una maggiore diffusione dell'abuso di droghe e alcol; l'uso smodato di quest'ultimo è considerato un fattore di rischio per ictus sia ischemico che emorragico. Può agire sia come fattore di rischio classico, aumentando di 3-4 volte la probabilità di incorrere in un episodio di patologia cerebrovascolare, sia come fattore precipitante, che determina, cioè, l'insorgenza dell'evento acuto, ad esempio in occasione di una forte bevuta (binge drinking).


Si previene con stili di vita sani


«L'ictus, come tutte le malattie cardiovascolari e i tumori, è una malattia multifattoriale, cioè causata dalla concomitante azione di più fattori: ipertensione arteriosa, obesità, diabete, fumo, sedentarietà ed alcune anomalie cardiache e vascolari» dichiara Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus «la nostra Associazione intende ribadire che mettere in atto piccoli accorgimenti può aiutare a "proteggere il proprio cervello". Quindi: tieni sotto controllo la pressione arteriosa, la fibrillazione atriale e gli zuccheri nel sangue. Adotta stili di vita sani: smetti di fumare, segui una corretta alimentazione, controlla il tuo peso e svolgi regolare attività fisica».



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