Anziani e rischio cardiovascolare, un convegno in memoria di Carlo Vergani

22 maggio 2022
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Anziani e rischio cardiovascolare, un convegno in memoria di Carlo Vergani



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Le malattie cardiovascolari rappresentano nell'anziano non solo la principale causa di morte ma anche di disabilità. Comprimere la disabilità verso il termine della vita è un imperativo per la medicina, specie alla luce del progressivo aumento dell'attesa di vita. Oggi a 65 anni la speranza di vita è ancora di 20 anni, ma di questi solo circa un terzo vivono senza limitazioni funzionali. Nella prevenzione e cura della malattia dell'anziano non vale tanto il paradigma della medicina dell'evidenza, da cui attingono le linee guida, quanto quello della complessità, con cui deve spesso confrontarsi il medico nella pratica clinica. Nell'anziano coesistono frequentemente più malattie in competizione che spesso vanificano l'intervento puntiforme. D'altra parte, la polifarmacoterapia espone fortemente l'anziano al danno iatrogeno, una tipica sindrome geriatrica. Nel singolo paziente occorre stabilire una priorità di intervento. Più si invecchia più ci si diversifica. Un approccio personalizzato che tiene conto delle differenze e preferenze del paziente, è fondamentale poiché il coinvolgimento dell'anziano nel processo decisionale può contribuire all'aderenza e alla persistenza alla terapia a breve e a lungo termine. La decisione di un intervento farmacologico o chirurgico nell'anziano deve anche tener conto della sua aspettativa di vita e dell'orizzonte terapeutico, cioè del periodo che intercorre fra l'inizio del trattamento e la comparsa del beneficio atteso.

Una medicina proattiva per migliorare la qualità di vita


Il confine tra fisiologia e soglia patologica si assottiglia in corso di invecchiamento: l'anziano perde la riserva funzionale di cui è dotato alla nascita, necessaria per fare fronte alle forze destabilizzanti della vita e diventa più vulnerabile. La resilienza dell'anziano si basa sull'allostasi, ossia sulla capacità di riposizionarsi, di mantenere l'equilibrio, seppure instabile, dei sistemi fisiologici. Bisogna evitare di costringere forzatamente l'anziano fragile entro parametri di riferimento fisiologici estrapolati da soggetti giovani. Secondo C. Vergani, per il singolo l'invecchiamento è una "sfida adattativa" che necessita del supporto di una medicina proattiva, che favorisca oltre la cura lo stare bene. Lo studio dei meccanismi molecolari e cellulari che sottendono l'invecchiamento fisiologico, il normal aging e i progressi dell'ingegneria genetica e dell'editing genetico aprono nuove prospettive per le future generazioni, per affrontare al meglio questa sfida.

Un convegno in memoria del prof. Carlo Vergani


A due anni dalla sua morte, il Policlinico di Milano ricorda la figura di Carlo Vergani (1938-2020), illustre clinico e gerontologo di fama internazionale, fondatore della prima scuola di Specializzazione in Geriatria in Lombardia, nel lontano 1987. Lo fa attraverso il convegno "L'anziano fra fisiologia e patologia. Il rischio cardiovascolare nell'anziano: dalle linee guida alla pratica clinica", che si terrà venerdì 10 giugno presso l'Aula Magna Mangiagalli del Policlinico di Milano in via Commenda 12 (info: tel. 02 55 03 83 27). Responsabile scientifico dell'iniziativa, che ha il patrocinio dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano, della Società italiana di Gerontologia e Geriatria e dell'Università degli Studi di Milano, è il dott. Tiziano Lucchi, colui che è stato "discepolo" di Vergani ed ora è direttore della UOSD Geriatra del Policlinico.

«Affronteremo, afferma il Dott Tiziano Lucchi, il tema del rischio cardiovascolare dell'anziano con il contributo di colleghi, grandi esperti in materia, alla luce dell'insegnamento del mio maestro prof. Vergani, sintetizzabile nel suo paradigma di "invecchiamento quale sfida adattativa"».



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