Osservatorio sulla salute mentale. Intervista al Direttore, Armando Piccinni

26 agosto 2022
Interviste

Osservatorio sulla salute mentale. Intervista al Direttore, Armando Piccinni



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I disturbi legati alla salute mentale sono in netto aumento, complici sia la pandemia che ha fatto emergere situazioni già precarie e borderline, in ogni fascia di età, sia il long Covid. Un quadro che ha portato un team di esperti, con la collaborazione di Edra, a creare il primo Osservatorio per la salute mentale italiano. 

Intervista a Armando Piccini, psichiatra clinico promotore dell'iniziativa e presidente della Fondazione BRF.


Come nasce l'idea di istituire l'Osservatorio sulla salute mentale? E a quale scopo?

La pandemia ha stravolto l'assetto psicologico della popolazione; questo ha acuito l'esigenza di monitorare la condizione e l'evoluzione della salute mentale. Con la creazione dell'Osservatorio si vuole rispondere all'esigenza di avere dati affidabili e aggiornati che consentano l'analisi dell'andamento, nel tempo, dei disturbi psichiatrici.

Durante la pandemia ci siamo resi conto che quell'evento, di fatto classificabile come un evento naturale, stava modificando il quadro psico-patologico, con un aumento del numero degli accessi e della frequenza dei disturbi mentali. Spontaneamente è sorta l'idea di tenere traccia di quanto e come stava accadendo, sia come conseguenza di Covid-19 che per quanto riguarda i disturbi mentali in generale, come ansia, disturbi dell'umore, disturbi psicotici, del comportamento alimentare e dipendenze.


Quali sono le conseguenze di COVID-19 in termini di salute mentale?

Durante la pandemia da Covid-19 due sono stati gli aspetti che hanno avuto un peso dal punto di vista della salute mentale: da una parte la paura di contagiare i familiari, anziani o figli, e il logoramento associato alla chiusura, all'isolamento, alla mancata socialità. Dall'altra, l'attività diretta del virus sulle cellule nervose; le alterazioni hanno probabilmente un ruolo nell'aumento dei disturbi psichiatrici e neurologici post-Covid.

In generale disturbi d'ansia sono aumentati; chi non aveva una struttura ipocondriaca è diventato più pauroso, rispetto al rischio di contagio proprio e dei propri familiari, il che ha comportato un maggiore isolamento, una chiusura. I giovani hanno cominciato a mostrare un aumento del consumo di sostanze e di alcol, e tra gli anziani si è verificato un aumento della depressione, legato all'isolamento, alla paura di rimanere soli o di morire da soli, magari in un ospedale.

Si è quindi creata una sorta di epidemia o pandemia psichica, resa evidente anche dall'aumento dei casi di violenza in famiglia, sulle donne, tra i minori; risvolti indiretti di un disagio crescente.


Quindi è cresciuto il numero delle persone che giungono alla vostra osservazione per chiedere aiuto?

In base alla mia esperienza di psichiatra clinico, posso dire che esiste un notevole incremento; i pazienti che chiedono aiuto sono quelli che che hanno avuto a che fare con Covid-19, direttamente o indirettamente; oltre ovviamente a quello che definisco "lo zoccolo duro della malattia mentale", con una quota di disturbi determinati dalla genetica e dall'interazione con l'ambiente.


Come i fattori ambientali influiscono sulla salute mentale?

Sicuramente uno degli elementi che ha contribuito allo sviluppo di alcuni filoni di patologia mentale, in ambito Covid-19, è stata la compromissione della condizione economica delle famiglie a seguito della crisi finanziaria, con la chiusura di aziende e perdita del lavoro.

Una forma di stress che, in soggetti psichicamente robusti, potrebbe teoricamente anche innescare un atteggiamento di maggior determinazione a reagire, mentre in persone fragili, deboli e predisposte ai disturbi mentali, può essere alla base della nascita di condizioni psico-patologiche come depressione, crisi di panico, insonnia.


Come funzionerà l'Osservatorio nella pratica?

Sono stati coinvolti, oltre agli psichiatri, altre figure specialistiche che, a vario titolo, entrano nella gestione dei disturbi della salute mentale: i neurologi, che vedono molti casi di patologia psichiatrica tra gli anziani, i neuropsichiatri infantili e gli psicologi, alla cui osservazione giungono quelle persone che non sono consapevoli del proprio disturbo o che non accettano l'idea di consultare uno psichiatra.

Dal punto di vista operativo, i medici parteciperanno alla rilevazione su base quadrimestrale; ogni anno verrà stilato un report che permetterà di avere una visione del fenomeno a 360 gradi, su tutto il territorio nazionale.


Come pensa potrebbero essere usati i risultati ottenuti, quali sono le aspettative in merito?

Il fatto di fondamentale importanza riguarda la comprensione delle patologie psichiatriche emergenti, delle più importanti e nuove; per esempio, quelle legate alle dipendenze comportamentali dai mezzi informatici.

L'obiettivo è, successivamente, quello di riuscire ad avere voce per parlare alle istituzioni, essendo in grado di descrivere il tipo di emergenza in atto, così da identificare il sostegno più adeguato.

Inoltre, e questo è il terzo aspetto, metteremo a disposizione delle istituzioni dei dati utili a stabilire quale direzione dare agli investimenti per la salute mentale, sulla base di quelli che saranno i punti focali. Verrà effettuata anche una indagine di gradimento sui servizi sociali, a livello regionale. Un altro elemento del progetto è quello di costituire dei forum, per mettere in contatto gli specialisti tra loro, come fonte di scambio e conoscenza.



Stefania Cifani

fonte: Punto Effe




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