Tumore mammario: efficacia della chemio metronomica

13 ottobre 2022
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Tumore mammario: efficacia della chemio metronomica



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La terapia metronomica trae il suo nome dal metronomo, uno strumento regolabile che in musica permette di "tenere il tempo" ed emette un suono al termine di ogni singola battuta dello spartito. Consiste nel seguire ritmi diversi per l'assunzione dei farmaci, per ottenere benefici prolungati e minore tossicità. Recenti studi hanno rilevato che la chemioterapia per il tumore del seno è più efficace se viene assunta in modalità "metronomica", ovvero mediante farmaci in pillole a basse dosi da assumere a casa propria in modo continuativo invece che in ospedale per via endovenosa a dosi più alte.

Lo dimostrano i risultati dello studio multicentrico nazionale Meteora, coordinato dall'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, presentati in anteprima all'ultimo congresso Esmo (European society of medical oncology) a Parigi. L'obiettivo dello studio, al quale hanno partecipato 15 centri italiani, era confrontare i risultati ottenuti con la somministrazione tradizionale e quella metronomica nelle donne con tumore mammario metastatico luminale (che rappresenta il 70% di tutti i tumori del seno), con recettore ormonale positivo. Tra settembre 2017 e gennaio 2021, sono state randomizzate 140 donne con tumore mammario Er+/Her2 metastatico.


Terapia metronomica e qualità di vita


«I risultati preliminari dello studio, di prossima pubblicazione su una rivista scientifica internazionale, non lasciano dubbi sulla sua superiorità rispetto alla chemioterapia per via endovenosa: la terapia metronomica rallenta il tempo di progressione di malattia di circa 4 mesi e riduce il rischio di dover interrompere la terapia per effetti collaterali, con un vantaggio in termini di tempo di 3 mesi e mezzo. - Spiega Elisabetta Munzone, vicedirettrice della Divisione di Senologia medica Ieo e prima autrice del lavoro -. Il beneficio più evidente è però per la qualità della vita delle donne: le pazienti non perdono i capelli e non sono costrette a recarsi una volta al mese in ospedale per ricevere un'alta dose di farmaci, tutta concentrata nel solo tempo dell'infusione, tale da causare spesso effetti avversi importanti. Le tossicità ci sono anche con la somministrazione metronomica, ovviamente, ma la grande differenza è che possono essere gestite modulando i tempi e i modi dell'assunzione della terapia in base alle caratteristiche individuali di ogni paziente, il suo stile e progetto di vita e la sua personale risposta ai farmaci. Pertanto, la raccomandazione, anzi la necessità assoluta, è che le pazienti assumano la terapia metronomica sotto la guida di centri oncologici superspecializzati».
«In IEO da oltre vent'anni sviluppiamo la terapia metronomica e i nostri dati a supporto sono progressivamente aumentati nel tempo» aggiunge Marco Colleoni, direttore della Senologia medica e coautore dello studio. «È chiaro da tempo che l'uso prolungato non provoca tossicità cumulativa e quindi la malattia può essere tenuta sotto controllo per più anni, con il minimo impatto possibile sulla vita della donna. Mancava però uno studio di confronto di efficacia con la somministrazione tradizionale. Ora gli ottimi risultati di Meteora supportano ulteriormente questa opzione terapeutica».

«Ora continueremo a studiare» riprende Munzone. «Sappiamo che i migliori risultati terapeutici della terapia metronomica sono dovuti al diverso meccanismo d'azione del farmaco che, diluito nel tempo, riesce non solo a neutralizzare le cellule cancerose, ma anche ad alterare il loro microambiente cellulare, con un'azione antiangiogenetica e di stimolo al sistema immunitario. Quindi si apre un nuovo capitolo di ricerca sui molteplici processi e i diversi target della terapia e su come ottenere risultati con efficacia sempre migliore».

 

Fonte: Doctor33





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