Sordità: recuperare l'udito è possibile

13 giugno 2016
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Sordità: recuperare l'udito è possibile



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Provate a chiedere indicazioni a dieci persone, almeno una non vi risponderà perché non sarà riuscita a sentirvi bene. Il 10 per cento della popolazione mondiale, infatti, ha problemi di udito; si tratta di 630 milioni di persone, di queste 7 milioni vivono in Italia.

Un problema frequente, dunque, e potenzialmente grave: compromettendo la capacità di comunicare con gli altri, la sordità può portare all'isolamento e alla depressione. Il danno è tanto più grave quanto più è precoce: un neonato con un importante deficit uditivo non può sviluppare il linguaggio. Per questo, alla nascita in sempre più regioni, tutti i bambini vengono sottoposti a uno screening audiologico, e in caso di anomalie, inviati a centri specializzati per una diagnosi precoce. Una diagnosi precisa e tempestiva che riconosca l'entità del deficit uditivo e le sue cause è fondamentale per condurre a un trattamento efficace e, in molti casi, risolutivo, anche per gli adulti.

Come procedere se ci accorge di non sentire bene, allora? Ne abbiamo parlato con Maria Grazia Barezzani, otorinolaringoiatra, responsabile del servizio di Audiologia e Foniatria pediatrica presso gli Spedali Civili di Brescia. «Un adulto ha diverse strade ma il percorso consigliato passa per il medico di famiglia che dovrebbe inviare il paziente a un audiologo, un otorino specializzato in sordità, che eseguirà gli esami per valutare l'entità e il tipo del deficit uditivo e consiglierà il trattamento più appropriato». Molti potrebbero essere tentati di rivolgersi direttamente a uno dei tanti negozi di protesi acustiche ma, sebbene gli audioprotesisti siano tecnici affidabili e precisi, non sempre vi è indicazione al trattamento con protesi esterne.

Non tutte le sordità infatti sono uguali. Il senso dell'udito è un sistema complesso che raccoglie le onde sonore e le trasforma in un segnale elettrico da inviare al cervello. Per compiere quest'operazione sono necessarie diverse strutture, ognuna delle quali può essere compromessa.
Il suono, giunto all'orecchio, viene convogliato nel canale uditivo, dove provoca lo spostamento del timpano, una membrana che entra in vibrazione e trasmette il movimento a tre ossicini (martello, incudine, staffa). Qualunque danno a queste strutture, che costituiscono l'orecchio esterno e medio, può provocare una sordità di tipo trasmissivo.
La catena degli ossicini trasmette quindi l'onda sonora alla coclea, una sorta di chiocciola contenente un liquido e rivestita da cellule che presentano estroflessioni simili a ciglia. Il liquido, messo in movimento dalla vibrazione sonora, determina lo spostamento delle ciglia; le cellule sono in grado di trasformare questo segnale meccanico in un segnale elettrico, che viene condotto dal nervo acustico fino al cervello. Danni alla coclea provocano una sordità neurosensoriale, se la lesione riguarda il nervo acustico si parla invece di perdita di tipo neurale.

Diverse sordità richiedono trattamenti diversi e solo lo specialista può indicare quello più appropriato nel singolo caso. Per i casi di sordità trasmissiva, che è in genere lieve o moderata, la terapia può essere farmacologica, se ad esempio la causa è un'infiammazione dell'orecchio medio, oppure chirurgica, come nel caso dell'otosclerosi, una degenerazione dell'orecchio interno che può determinare una riduzione di mobilità della staffa. In altri casi l'uso di protesi esterne, i cosiddetti apparecchi, può essere necessario.
Un'altra possibile soluzione per alcuni casi di sordità trasmissiva, è rappresentata dagli impianti all'orecchio medio, che trasmettono le onde sonore direttamente alla coclea, bypassando orecchio esterno e catena ossicolare.

Se la sordità è neurosensoriale e colpisce entrambi gli orecchi provocando un deficit grave dell'udito, la soluzione potrebbe essere rappresentata dall'impianto cocleare. Mentre le protesi amplificano semplicemente i suoni, l'impianto cocleare li ricostruisce e trasforma in segnali elettrici, vicariando le funzioni normalmente svolte dalla coclea. Come afferma Maria Grazia Barezzani: «Si tratta di un intervento relativamente semplice per un chirurgo esperto, i cui rischi sono minimi ma comunque possibili e vanno perciò valutati col paziente». La procedura non restituisce però magicamente l'udito, il paziente deve essere consapevole che è necessario un periodo di riabilitazione, i cui tempi variano a seconda dell'età e del tempo di deprivazione uditiva. «Il paziente deve abituarsi a una nuova modalità di ascolto, altrimenti l'impianto non dà risultati e anzi crea disagio». Soprattutto per i bambini i tempi di riabilitazione possono essere lunghi ma, per chi nasce affetto da sordità, l'impianto cocleare può rappresentare l'occasione per imparare a parlare.

L'acquisto delle protesi acustiche, purtroppo, è coperto solo in parte dal Servizio sanitario nazionale (Ssn) e solo se vi è indicazione medica. «I soldi che dà il Ssn sono sufficienti ad acquistare le vecchie protesi analogiche ma non bastano per le più efficienti e precise protesi di ultima generazione, che richiedono quindi uno sforzo economico da parte del paziente», spiega Maria Grazia Barezzani. «Un problema diverso è quello dei bambini: se fino ai 18 anni tutte le spese sono coperte, quando diventano maggiorenni il rimborso è garantito solo a chi ha un'invalidità, di qualunque tipo, maggiore del 65 per cento».
«Gli impianti all'orecchio medio sono dispositivi coperti dal Servizio sanitario nazionale, ma hanno indicazioni molto precise. La selezione dei pazienti, in questo caso, è fondamentale» commenta Barezzani.
Infine, l'impianto cocleare, è un'operazione molto costosa ma, se vi è indicazione, se ne fa carico il Servizio sanitario nazionale.

La sordità è un problema serio che ha però molte possibili soluzioni, nonostante ciò spesso non viene trattata: solo 1 persona su 5 a livello globale riceve la terapia adeguata e la situazione è più grave nei Paesi in via di sviluppo. «Ogni volta che prendo un taxi chiedo all'autista se ha mai sentito parlare degli impianti cocleari» racconta Ingeborg Hochmair, ingegnere che ha rivoluzionato questa tecnologia e fondatrice di Medel, una delle più importanti aziende del settore. «Ogni volta che mi rispondono di sì per me è un successo. Uno dei miei obiettivi, infatti, è diffondere la conoscenza di questi dispositivi, perché oggi nessuno dovrebbe soffrire di sordità. L'udito si può restituire».

Irene Campagna

Guarda il video per scoprire le cause di perdita dell'udito



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