Poca prevenzione per i coronaropatici

20 marzo 2009
Aggiornamenti e focus

Poca prevenzione per i coronaropatici



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L'osservatorio EUROASPIRE, giunto al suo terzo rapporto relativo al periodo 2006-07, è da circa dieci anni un'occasione per tastare il polso dell'aderenza alle linee guida della prevenzione cardiovascolare. Il survey, condotto dalla Società Europea di Cardiologia (ESC), si è esteso a 22 paesi europei, rispetto ai nove e 15 dei precedenti. Il monitoraggio verifica come nella pratica le persone con malattia coronarica seguano le raccomandazioni internazionali di prevenzione primaria e secondaria. E i riscontri non sono incoraggianti, anzi emergerebbe una tendenza al peggioramento. Questo vale prima di tutto, ma non solo, per le indicazioni sulle modificazioni dello stile di vita, ricordando i tre cardini costituiti da fumo, alimentazione, esercizio fisico. Un andamento che contrasta con evidenze ormai stringenti sull'efficacia degli interventi preventivi, nel loro complesso, in campo cardiovascolare.

Più fumo femminile, obesità, diabete


Il trend negativo si ricava dal confronto tra i dati di EUROASPIRE I, II e III relativi alle otto nazioni europee che hanno partecipato a tutte e tre le indagini, vale a dire Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Italia, Repubblica Ceca e Ungheria, per un totale di circa 2.400 coronaropatici. Si tratta di soggetti fino a 70 anni, maschi e femmine, sottoposti a interventi di bypass o angioplastica, o ricoverati per infarto miocardico o ischemia, intervistati ed esaminati al massimo sei mesi dopo l'evento coronarico. Per quel che riguarda i fattori di rischio comportamentali, la proporzione di malati che fumano nei tre survey complessivamente non è cambiata, circa uno su cinque, e c'è stata una decisa crescita per quella delle donne under 50 fumatrici. La frequenza dell'obesità (BMI da 30 in su) è aumentata costantemente, dal 25% della prima indagine al 32,6 del secondo al 38 del terzo, e in quest'ultimo per il sovrappeso (BMI da 25 in su) si arriva addirittura a quattro malati su cinque. Analogamente c'è un chiaro incremento della frequenza del diabete mellito, salito dal 17,4% al 20,1 e al 28. La proporzione di soggetti con pressione arteriosa elevata (140/90 e oltre se non diabetici e 130/80 se diabetici) è rimasta simile nei tre periodi, mentre, in controtendenza, per quelli con colesterolemia totale alta (da 4,5 mmol/l in su) c'è stata una notevole diminuzione, dal 94,5% al 76,7 e al 46,2.

Sottoutilizzo dei farmaci di profilassi


Per l'Italia nello specifico tra EUROASPIRE I e III è un po' calato il fumo (da 18,6% a 14%); aumentati l'obesità (da 22,4 a 29,4), l'ipertensione (da 57,6 a 63,9), il diabete mellito (da 17,2 a 21,7); scesa l'ipercolesterolemia (da 96,9 a 48,8). Tornando all'insieme degli otto paesi, quasi un terzo dei pazienti fumava un mese prima dell'evento e si è poi dimezzato ma rimanendo pur sempre intorno al 17%; il 40% non ha aumentato l'attività fisica dopo l'evento e solo un terzo ha detto di svolgerlo regolarmente per migliorare la propria salute; un quinto degli obesi ha detto di non essere stato avvertito per questo e metà di non avere seguito le raccomandazioni dietetiche per perdere peso. Non solo: per quanto riguarda i farmaci utilizzati per la prevenzione, in particolare per l'ipertensione e l'ipercolesterolemia, nonostante un sostanziale incremento delle prescrizioni, complessivamente la quota di pazienti con livelli pressori in eccesso non è diminuita e per il colesterolo alto, pur essendosi molto ridotta la quota, un paziente su due è rimasto oltre i valori raccomandati. Anche nel caso del diabete, per il quale l'incremento della frequenza riflette quello dell'obesità, solo il 10% di chi ne è affetto appare sufficientemente controllato (glicemia a digiuno 6,1 mmol/l). I riscontri dell'EUROASPIRE, consistenti in sostanza in un approccio inadeguato ai fattori di rischio del lifestyle e in un sottoutilizzo dei farmaci profilattici nei soggetti con coronaropatia, concordano con quelli di analoghe ricerche nazionali. Tutto questo rafforza l'esigenza di incidere di più nella prevenzione, con investimenti e programmi mirati allo stile di vita, perché risolvere l'evento acuto senza correggere i fattori di rischio sottostanti è futile, concludono gli autori. Le sfide emergenti sembra riguardino soprattutto il fumo nelle donne giovani, l'obesità specie centrale, il diabete.

Elettra Vecchia



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