Buone nuove sulla pillola

14 settembre 2007
Aggiornamenti e focus

Buone nuove sulla pillola



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Lo aveva detto Richard Doll, l'autore della prima pubblicazione completa sulla contraccezione orale, quando dichiarò: "Il giudizio finale (sulla sicurezza della pillola) deve ancora aspettare che passi tempo, quando i giudizi si riferiranno a donne che hanno utilizzato la pillola, per almeno 10, 20 anni". Ne sono passati 40 e uno studio pubblicato sull'ultimo numero del British Medical Journal, riporta l'incidenza del cancro in relazione all'uso della pillola nell'arco di questo periodo. Con risultati piuttosto incoraggianti, la pillola anticoncezionale non solo non aumenta il rischio ma in alcuni casi può anche ridurlo.

Quello che si sapeva


Da che l'uso della contraccezione orale è stato introdotto nei primi anni '60, premette lo studio, sono oltre 300 milioni le donne che l'hanno utilizzata. Spesso anche per periodi lunghi. Quello britannico non è il primo studio ad aver esaminato la potenziale associazione tra contraccezione orale e cancro. Le evidenze fino ad ora raccolte indicano come chi utilizza contraccettivi orali in combinazione ha un aumentato rischio di tumori al seno, alla cervice uterina nonché al fegato rispetto a chi non li utilizza. Un rischio che andrebbe scemando dopo aver interrotto la somministrazione, fino a scomparire nel giro di dieci anni. In compenso chi fa ricorso alla contraccezione orale avrebbe un rischio ridotto di tumore dell'endometrio, delle ovaie e forse anche del colon-retto. Benefici che sembrerebbero persistere per molti anni dopo aver interrotto l'assunzione, fino a oltre 15 anni. Il problema, perciò, si pone nei soliti termini, i benefici a lungo termine potrebbero controbilanciare i danni a breve termine. Dati rassicuranti rispetto ai quali se ne rendono necessari altri sul bilancio complessivo dei dati tra rischio di tumore e uso della pillola. Si spiega così lo studio britannico che riprendendo i dati dello storico studio sulla contraccezione di Doll, ha cercato di confermare l'ipotesi che, in confronto a chi non ha mai utilizzato la pillola, chi l'ha utilizzata per lungo tempo ha un ridotto rischio complessivo di cancro. Un effetto particolarmente forte nelle donne tra i 40 e i 60 anni. E i risultati sembrerebbero confermare l'ipotesi.

Le conferme


Lo studio, cominciato nel 1968, è stato condotto per quasi 40 anni su 46 mila donne del Regno Unito. E i dati sulla salute delle pazienti sono stati aggiornati ogni sei mesi dal medico di famiglia. I ricercatori hanno così riscontrato che prendendo la pillola si riduce il rischio di tumore di una percentuale che va dal tre al 12 per cento, a seconda del gruppo di dati utilizzati. In particolare il rischio si è ridotto in modo significativo per i tumori dell'intestino, dell'utero e dell'ovaio. E le evidenze suggeriscono che l'effetto protettivo dura fino a 15 anni, spesso nel periodo in cui le pazienti diventano più suscettibili a sviluppare tumori. Ma c'è un però. Tra le donne che hanno usato questo contraccettivo per più di otto anni è stato evidenziato un rischio statistico significativamente più alto di sviluppare il cancro al collo dell'utero e al sistema nervoso centrale. Peraltro le stesse pazienti sono a rischio ridotto di avere un tumore alle ovaie. Risultati che nel loro complesso sembrerebbero particolarmente rassicuranti per le pazienti che hanno utilizzato i contraccettivi di prima generazione. Ma con quelli di nuova generazione le evidenze per ora disponibili sembrerebbero dare effetti simili. Va detto per ci più che le donne generalmente non utilizzano la pillola per otto anni consecutivi, ma tendono ad utilizzarla, in ragione delle situazioni personali a fasi alterne. Chiaramente, precisano i ricercatori, la pillola non va presa specificamente per ridurre il rischio di tumore. Il dato chiaro e conclusivo è che i benefici superano i potenziali rischi. Una notizia importante, senza dimenticare però che qualche rischio c'è.

Marco Malagutti



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