Sedativi a rischio per gli anziani

23 novembre 2005
Aggiornamenti e focus

Sedativi a rischio per gli anziani



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L'insonnia è un sintomo molto frequente che interessa circa 12 milioni di italiani, con una prevalenza del 60% negli anziani, nei quali si verificano alterazioni delle concentrazioni ematiche e dei ritmi circadiani di molti ormoni, così come dei ritmi sonno-veglia, della pressione arteriosa e della temperatura corporea. Tutto ciò si traduce in un sonno percepito come insoddisfacente a causa di difficoltà ad addormentarsi, numerosi risvegli, sonno frammentato e superficiale e risveglio mattutino precoce associato a astenia e irritabilità. Spesso l'insonnia viene trattata con terapie farmacologiche, in particolare con benzodiazepine o con altri sedativi ipnotici, con medesimo meccanismo d'azione (agiscono a livello dei recettori benzodiazepinici), ma miglior profilo farmacologico. Nonostante il diffuso utilizzo di questo tipo di farmaci negli over 60, ancora poco è conosciuto per quanto riguarda il rapporto rischi-benefici.

Il gioco non vale la candela


Una meta-analisi pubblicata sul British Medical Journal, si è occupata di quantificare e comparare i benefici e rischi del trattamento dell'insonnia a breve termine, con sedativi ipnotici, negli anziani. I ricercatori del Center for Addiction and Mental Health di Toronto hanno preso in considerazione 24 studi, condotti tra il 1966 e il 2003, che hanno riguardato quasi 2500 over 60 i quali hanno assunto per almeno cinque notti consecutive dei farmaci sedativo-ipnotici. Rispetto al placebo, l'utilizzo di tali farmaci è stato associato a notevoli miglioramenti per quanto riguarda la qualità del sonno, la facilità a addormentarsi, il numero di risvegli notturni e le ore di sonno complessive, tuttavia la probabilità di insorgenza di effetti collaterali è risultata essere maggiore in coloro che seguivano la terapia farmacologica. In particolare, gli effetti collaterali cognitivi (perdita di memoria, confusione, disorientamento) sono risultati essere 4,78 volte più probabili negli over 60 trattati con sedativi ipnotici e le manifestazioni avverse di tipo psicomotorio (vertigini, perdita dell'equilibrio, cadute), il 2,61 volte più frequenti. Inoltre, strascichi mattutini dell'effetto sedativo sono risultati essere il 3,82 volte più comuni in coloro che prendevano i farmaci anti-insonnia. Alla luce dei risultati, i ricercatori hanno concluso che il miglioramento alla qualità (e alla quantità) del sonno, dovuto dalla somministrazione di sedativi-ipnotici, negli anziani è statisticamente rilevante, tuttavia, non sufficiente a giustificare l'aumento dei rischi di manifestazioni avverse come cadute deterioramento cognitivo.

Ombretta Bandi



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