Laser anti-contrattura

25 febbraio 2004
Aggiornamenti e focus

Laser anti-contrattura



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Alcuni infortuni frequenti nella pratica sportiva, per quanto non gravi, non conoscono oggi trattamenti specifici, se non il riposo. Strappi muscolari, tendinite, contusioni e risentimenti articolari vengono trattati di norma o con gli antinfiammatori in funzione analgesica o evitando le sollecitazioni della parte. Oggi prende corpo come alternativa l'uso del laser a bassa potenza. Anzi, negli ambienti medico-sportivi statunitensi è diventato una sorta di must. In effetti l'idea non è nuova e, anzi, dal 1960 sono state proposte le più diverse applicazioni della luce coerente (visto che questo è un raggio laser) in campo medico: dalla chirurgia vascolare a quella dell'occhio. Una cosa però è il laser chirurgico e una cosa, soprattutto in termini di potenza erogata, quello a bassa potenza impiegato nella applicazioni "soft". Il primo infatti taglia i tessuti sostanzialmente facendoli vaporizzare (con il che si ha anche una termocoagulazione istantanea con azzeramento delle perdite di sangue) l'altro invece non scarica calore sul tessuto ma agisce inducendo cambiamenti biochimici attraverso la sola radiazione luminosa. Cambiamenti che hanno l'effetto finale di ridurre l'infiammazione ed edema.

Tunnel carpale e gomito del tennista


Questa tecnica è stata sempre un po' ai margini della pratica medica corrente, fino a quando la Food and Drug Admisnistration statunitense non ne ha approvato l'impiego nella sindrome del tunnel carpale, un disturbo che riguarda legamenti e tendini del polso, normalmente causa dai cosiddetti traumi ripetuti, spesso di tipo occupazionale (ripetizioni dello stesso gesti alla catena di montaggio, uso prolungato del mouse) ma anche sportivo. L'FDA ha dato il suo assenso sulla base di uno studio condotto su lavoratori dell'industria automobilistica, nel quale il 70% dei pazienti è riuscito a tornare al lavoro dopo 10-15 applicazioni, che sostanzialmente consistono nell'appoggiare a contatto della cute, in corrispondenza dell'area infiammata, la testa emittente dell'apparecchio. L'alternativa, nel caso della sindrome del tunnel carpale, sarebbe un intervento chirurgico che, oltretutto, non è esente da conseguenze indesiderate.
Un disturbo tipicamente da sportivi in cui il laser LLT si è rivelato utile è l'epicondilite, cioè il gomito del tennista. Uno studio condotto in Svizzera nel 1998 aveva mostrato che recupero della mobilità e diminuzione del dolore erano significativamente maggior nell'82% dei casi acuti e in più del 60% di quelli cronici.

Motivi di scetticismo


Anche se non si tratta di uno studio, ma di un fatto di cronaca, nell'ultima finalissima di football americano (la SuperBowl) la LLT è stata usata dalla fisioterapista dei New England Patriots, soprattutto per disturbi come il blocco dei muscoli posteriori della coscia. Più in generale, come ha dichiarato alla Washington Post Chadwick Smith, docente di ortopedia e biomeccanica della University of Southern California "L'applicazione di laser a bassa potenza accelera il processo di guarigione e così un'infiammazione del tendine che richiederebbe da 7 a 10 giorni per guarire rientra in due o tre giorni al massimo".
Studi sono anche stati condotti su stati infiammatori gravi come l'artrite reumatoide o su degenerazioni articolari gravi come quelle dell'artrosi del ginocchio, però ancora non si può dire l'ultima parola. Non perché manchino gli studi (ne sono stati condotti oltre 2000) ma perché sono studi non standardizzati. Come nota per esempio la Cochrane Collaboration (ente che si prefigge di controllare le affermazioni in campo medico attraverso il riesame degli studi), è difficile trovare due ricerche in cui si sia usato lo stesso tipo di laser, per lo stesso tempo e applicato nello stesso modo (per esempio all'articolazione in sé o ai nervi che vi fanno capo). Insomma, tunnel carpale a parte, c'è poca chiarezza.

Maurizio Imperiali



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