Più separazioni dopo il tumore al seno

27 aprile 2010
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Più separazioni dopo il tumore al seno



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Il 25% delle donne che guariscono dal tumore al seno lascia il proprio partner, nella maggioranza dei casi perché non ha saputo essere all'altezza della prova. È uno dei dati che si possono trovare nel libro "Ho vinto io", presentato l'altro ieri al Senato dall'Aiom, l'Associazione italiana di oncologia medica. Il volume vuole essere innanzitutto un tributo alle donne che hanno vinto la loro battaglia contro il carcinoma alla mammella: è un numero in costante crescita - attualmente sono più di 400mila - e se fino a qualche tempo fa era già un traguardo sopravvivere alla malattia, oggi queste donne riescono anche a riprendersi la propria vita. E se un quarto di loro dice addio al marito o al compagno, il 40% ritorna al lavoro dopo due mesi e il 5% mette al mondo un figlio. «L'incidenza del tumore alla mammella è in crescita in tutto il mondo» ricorda Carmelo Iacono, presidente di Aiom «ma la sua mortalità è in costante diminuzione: in Italia, negli ultimi 5 anni è scesa dell'11,2% tra le donne al di sotto dei 49 anni». Insomma, sempre più donne escono dalla malattia con la voglia di ricominciare una vita normale. «La gravidanza è l'esempio più forte di questo nuovo approccio» ha spiegato Francesco Cognetti, direttore del dipartimento di Oncologia dell'Irccs Regina Elena. Rimangono purtroppo alcuni ostacoli. Secondo l'Aiom il 35% delle donne che ricomincia a lavorare dopo la malattia si sente discriminata e il 25% deve accettare mansioni diverse: i diritti a tutela del paziente per il reinserimento sul lavoro, in sostanza, non sarebbero sempre riconosciuti.



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