Armi tra i banchi

31 luglio 2008
Aggiornamenti e focus

Armi tra i banchi



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Negli Stati Uniti non si è abbassata la guardia contro il fenomeno della violenza nelle scuole. E si può ben capire vista la gravità del fenomeno e il ripetersi di eventi simili per dinamica e soprattutto per l'età dei protagonisti, sempre troppo giovane. La dimensione del problema è stata in questi anni studiata attraverso indagini che si sono per lo più rivolte alla diffusione dell'abitudine degli studenti di portare armi a scuola, causa di lesioni e di morti tra gli studenti, il corpo docente e lo staff scolastico. Senza dimenticare che vittime e testimoni di un gesto di violenza con armi restano psicologicamente traumatizzate e tutto l'ambiente scolastico resta scosso dall'evento, ma anche dal sospetto che girino armi in classe o nei corridoi.

Cattive abitudini


Nel 2004 il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha stimato che il 6,1% degli studenti delle classi superiori americane porta con sé armi durante la permanenza a scuola, in un altro studio risultò che il 13,8% lo aveva fatto nei 30 giorni precedenti l'intervista. In generale, l'abitudine a portare con sé armi era tipicamente maschile, con una percentuale del 29,8% rispetto al 7,1% delle ragazze, ma la differenza non poteva essere solo di genere. Si sono ipotizzate alcune variabili che potessero essere associate a una probabilità maggiore pensando al luogo in cui gli studenti abitano, il tipo di quartiere o di vicinato, condizioni economiche e familiari e la stessa organizzazione scolastica. A livello individuale si può pensare che etnia, età, salute mentale e psicologica, aggressioni subite possano avere un ruolo importante. Un aggiornamento dell'indagine dei CDC ha portato a interessanti considerazioni sul profilo degli studenti che portano armi a scuola.

Più sicuri armati


Ancora una volta si conferma che circa il 6% aveva portato armi a scuola nel mese precedente e, con un rapporto 4:1, erano i maschi quelli più adusi a farlo. Il 7,9% era già stato minacciato o lesionato da un'arma il 7,5% rapinato il 29,7% ha subito danni o furti di propri beni a scuola. d'altro canto il 10,8% delle ragazze, contro il 4,2% dei maschi, era stato spinto con la forza ad avere rapporti sessuali, mentre più maschi (9,7%) che femmine (6,1%) avevano subito minacce con mezzi di offesa. In generale, comunque, la differenza tra generi nel portare armi a scuola si poteva spiegare con la percezione che i propri coetanei siano armati e quindi esserlo li fa sentire più al sicuro e non a caso, tra chi aveva subito aggressione era maggiore la probabilità di averne addosso. La sensazione di vulnerabilità motivava la possibilità di difendersi. Il dato meno atteso, anche se già in altri circostanze verificato, era la variabile dell'etnia di appartenenza: rispetto ai bianchi, i ragazzi di colore con minore probabilità portavano armi a scuola. Escludendo il fattore genetico, in questo caso del tutto fuori luogo, gli autori dell'indagine si aspettavano che la condizione socialmente sfavorevole, in cui vivono in neri americani potesse rappresentare un fattore di rischio per questo fenomeno: vivere in stato di difficoltà espone alla sensazione di doversi difendere. Ma forse, ipotizzano gli autori, proprio per le circostanze che vivono quotidianamente, percepiscono la scuola come luogo sicuro, soprattutto in quelle in cui la vigilanza mirata a evitare armi a scuola è molto alta, a dimostrazione, per altro, di essere un intervento efficace, visti i risultati. Al di là delle motivazioni, la possibilità di individuare gruppi a rischio per età, esperienze o gruppo etnico di appartenenza è un'opportunità per pianificare interventi mirati a ridurre il rischio.

Simona Zazzetta



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