L'epidemia da #coronavirus? Forse dovrebbe essere considerata da un altro punto di vista

02 febbraio 2020
Interviste, Video

L'epidemia da #coronavirus? Forse dovrebbe essere considerata da un altro punto di vista



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Sarah Bosley, editor del settore salute del quotidiano inglese The Guardian, risponde alle più frequenti domande sull'infezione - La nostra traduzione e il video integrale.



Lo scoppio dell'epidemia ha avuto inizio nella città di Wuhan, nella Cina centrale. La causa è un virus appartenente alla famiglia dei coronavirus . Un virus nuovo, tanto che ancora non ha un nome.

Quali sono i sintomi dell'infezione?
I sintomi dell'infezione da coronavirus sono tosse secca, febbre, problemi respiratori. In molte persone l'infezione si manifesta in modo lieve, e probabilmente queste persone non vengono ricoverate. Abbiamo notizie solo rispetto ai casi più gravi, cioè quelli che hanno sviluppato la polmonite, che sono  state ricoverati, e tra le quali si sono verificati i decessi.

Dove sono stati confermati i casi di infezione, finora?
Questo tipo di coronavirus viene dagli animali; si crede che il serbatoio sia un mercato ittico a Wuhan che vende anche animali vivi. Per quanto sappiamo finora tutti i casi provengono da questa città; i casi registrati in paesi come Tahilandia e Giappone si riferiscono a persone che avevano viaggiato in Cina.

Dovremmo preoccuparci per la sua diffusione?
In Cina sono le persone più anziane a essere state ricoverate, in genere sopra i 40 anni, e le persone più giovani finora diagnosticate non hanno meno di 13-14 anni. Il virus non sembra quindi per ora infettare i bambini piccoli.
I pazienti deceduti erano caratterizzati dalla presenza di condizioni di fragilità, dovute a malattie cardiache, tumori o debolezza del sistema immunitario che per queste ragioni avevano molta più difficoltà a combattere l'infezione.

Come si trasmette il virus?

Abbiamo appena scoperto che il nuovo coronavirus è attualmente trasmesso da persona a persona. In un primo tempo si sperava che venisse solo dagli animali, come accade per tutti i coronavirus, ma ora sembra che sia effettivamente possibile il passaggio da un essere umano a un altro; sono state infettate persone che non sono mai state in questo mercato, che nel frattempo è stato chiuso.

Quali sono i trattamenti disponibili?
Attualmente non esiste un trattamento in grado di combattere questo virus. Gli antibiotici non hanno effetto sui virus; servirebbe un trattamento antivirale, ma nessuno dei farmaci anti influenzali che abbiamo a disposizione funziona contro questo virus, che è diverso da quello dell'influenza.

Qual'è la gravità di questa epidemia, rispetto ad altre che si sono verificate in passato?
Certamente fa paura perché, essendo un virus del tutto nuovo non sappiamo come si comporterà. Ma devo dire che forse dovremmo considerare l'intera questione in un contesto più ampio.
Durante l'epidemia da virus Ebola, oltre la metà delle persone infette morivano. La Sars, dovuta a  un tipo di coronavirus proprio come questo, aveva nel 2002 causato il panico a livello globale, soprattutto perché si trattava di un virus fino ad allora sconosciuto. Ma anche in quel caso il tasso di mortalità si aggirava intorno al 10%. Ebbene, in questo caso il tasso di mortalità è molto inferiore, pari circa al 2%. E inoltre sembra che molte di queste persone avessero pregressi problemi di salute, per i quali avrebbero potuto probabilmente, allo stesso, modo morire a seguito delle complicanze di una normale influenza. Credo quindi che questi aspetti debbano essere considerati.



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