#coronavirus: incubazione, distanziamento sociale, tamponi e farmaci

23 maggio 2020
Aggiornamenti e focus

#coronavirus: incubazione, distanziamento sociale, tamponi e farmaci



Tags:
All'inizio si parlava di "qualcosa in più di una semplice influenza" che colpiva gli anziani, ora purtroppo tutti sappiamo che il SARs-Covid 19 è un virus molto contagioso che sta provocando decessi e paralizzando l'intero pianeta. Agli infettivologi era stato invece subito chiaro che i sintomi e le conseguenze di questo nuovo Coronavirus, (un virus a RNA la cui sequenza genetica è simile ad altri Coronavirus come quelli che causano la SARS e la polmonite MERS, Middle East Respiratory Syndrom), sarebbero state ben diverse da quelle della comune influenza (causata da famiglie di virus completamente diverse, gli Ortomixovirus e i Paramixovirus).

Sintomi e periodo di incubazione


I sintomi più comuni dell'infezione da Covid-19 sono febbre, stanchezza, mal di gola, tosse principalmente secca, progressive difficoltà respiratorie in termini di fame d'aria e aumento della frequenza respiratoria.
Si possono manifestare anche dolori muscolari, congestione nasale o naso che cola e in alcuni casi diarrea.
Altri sintomi legati all'infezione sono la perdita o la diminuzione dell'olfatto (anosmia) e/o la perdita del gusto (ageusia). Nei casi più gravi si può presentare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale, fino alla morte. In presenza di sintomi sospetti è possibile rivolgersi ai numeri verdi regionali (presenti sul portale del Ministero della Salute) e comunicare immediatamente la situazione al medico di base, primo riferimento sul territorio. In molti soggetti questo nuovo virus non causa alcun sintomo, ma queste persone sono ugualmente contagiose: per questo ci sono ancora restrizioni sulla vita pubblica, sull'apertura delle scuole e di esercizi commerciali.
Il periodo di incubazione cioè il tempo trascorso da quando il virus entra nell'organismo a quando si manifestano i primi sintomi, sembra ad oggi variare tra 2 e 11 giorni, con un massimo di 14 giorni, ma si sta ancora studiando. Sono stati osservati casi con periodo di incubazione fino a 27 giorni.

Trasmissione del virus


L'Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che la trasmissione del virus avviene sia da parte di soggetti asintomatici sia da quei soggetti che sono ancora nella fase di incubazione del virus e ovviamente dai malati sintomatici. La principale via di trasmissione del nuovo coronavirus SARS-CoV-2 è quella aerea: cioè si diffonde attraverso le goccioline di saliva emesse dalle persone infette quando parlano, starnutiscono o tossiscono, oppure attraverso le mani con le quali si sono toccati bocca, naso e occhi.
Le goccioline di saliva emesse da un colpo di tosse o da uno starnuto possono andare a terra, depositarsi su superfici o disperdersi nell'aria. Una rivista internazionale Cinese, agli inizi di marzo ha pubblicato un lavoro scientifico il quale sosteneva che anche nell'aria il Covid-19 può sopravvivere qualche giorno, ma la stessa rivista l'ha poi ritirato, in quanto non scientificamente suffragato da dati che lo sostenessero.

Le persone possono infettarsi tramite un "contatto stretto" con un malato (secondo il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, "contatto stretto" significa la condivisione dello stesso ambiente ad una distanza minore di 2 metri e per un tempo di almeno 15 minuti), stringendo la mano di una persona infetta, semplicemente parlando con lei e anche toccando superfici che il malato ha toccato e portandosi poi le mani alla bocca, al naso o agli occhi (secondo gli studi ogni ora una persona si porta le mani al viso almeno 23 volte).
Tutte le misure restrittive che il governo ha imposto sono facilmente spiegabili, se teniamo conto di come è facile la diffusione di questo virus e dei dati dei contagiati che ogni giorno leggiamo.

In rari casi si è verificata trasmissione per via fecale. Ricordiamo che le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti. Gli animali domestici come cani e gatti non possono trasmettere il Coronavirus.

Consigli utili per contenere la trasmissione

Oltre a stare in casa (raccomandazione ormai ripetuta di continuo), lavarsi le mani con sapone per almeno 20 secondi, avere un disinfettante mani a base alcolica sempre a portata di mano quando si va fuori casa, indossare mascherine chirurgiche e evitare assembramenti di persone, vogliamo dire qualcosa in più sulla pulizia delle superfici. Molto probabilmente una parte delle trasmissioni del Covid-19 che nessuno sa ancora e che non si saprà mai esattamente, dipende da ciò che si tocca e per questo è bene seguire alcune accortezze: se possibile farsi consegnare la spesa a domicilio disinfettando con alcol al 75% o candeggina i sacchetti e i contenitori di alimenti; preferire negozi piccoli di fiducia ben puliti e aerati al supermercato, dove comunque entrano molte persone in una giornata e, se proprio ci si deve recare al supermercato, indossare mascherine chirurgiche a norma UE (questa è l'indicazione generale secondo il DPCL del 26 aprile 2020) ma nulla vieta di indossare mascherine FFP2 o FFP3 senza valvola ("FilteringFacePiece" maschere filtranti di tipo 2 che catturano almeno il 94% delle particelle che si trovano nell'aria fino a dimensioni di 0,6 μicrometri o di tipo 3 che catturano almeno il 99% dalle particelle con dimensioni fino a 0,6 μicrometri) per proteggere gli altri dalla nostra saliva e allo stesso tempo per proteggerci dagli altri; guanti monouso, occhiali per proteggere gli occhi, senza dimenticare il detergente mani a base alcolica che andrà passato di frequente sulle mani coperte dai guanti.
Chi deve recarsi al lavoro deve pretendere per la propria salute e per il bene degli altri che sia rispettato lo spazio di 2 metri da una persona all¡¯altra in un ambiente ben aerato, che vengano fornite mascherine a norma, monouso, di tipo diverso a seconda del lavoro svolto come è indicato dalle leggi (importante che abbiano una certificazione CE o certificazione di altro Organo Competente come ad esempio il Politecnico di Milano), guanti monouso, occhiali protettivi, disinfettante alcolico per le mani; inoltre che le superfici siano pulite con detergenti appositi almeno due volte al giorno (con particolare attenzione per le maniglie delle porte, i corrimani delle scale, i pulsanti degli ascensori, insomma tutto ciò che può essere toccato da più persone). Si può indossare una divisa sopra gli abiti: tutto poi deve essere tolto sul posto di lavoro, messo in un sacchetto e lavato a temperatura superiore a 40°C quando si torna al proprio domicilio (se non c'è una divisa questo vale per gli abiti indossati). Appena si rientra a casa è bene lavarsi le mani e entrare in doccia. Attenzione anche alla disinfezione del cellulare, che è ormai sempre con noi: si possono utilizzare salviettine imbevute di cloro o alcol isopropilico facendo attenzione alla presa per l'alimentatore.

Le categorie più a rischio (medici, infermieri, OSS, farmacisti, cassieri dei supermercati, etc.) ormai hanno divise, Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e sono preparati per ridurre al minimo il rischio di contagio, ma ciò deve valere per tutti i lavoratori.
Ricordiamo che le mascherine chirurgiche senza filtro proteggono gli altri, ma non chi le indossa; in Lombardia è obbligatorio portarle anche all'aperto. Ed è utile sapere che sovrapporre più mascherine chirurgiche non aumenta la protezione e non ha alcun senso.

Per quanto riguarda le superfici, secondo il New England Journal of Medicine, il virus può sopravvivere 24 ore sul cartone, 72 ore su plastica e acciaio e 4 ore sul rame: in pratica le superfici meno porose assorbirebbero meno le goccioline di saliva permettendo al virus di rimanere attivo. In realtà non sappiamo esattamente quanto stia il COVID-19 sulle superfici, ma si fa una inferenza cautelativa e si dice che potrebbe comportarsi allo stesso modo degli altri Coronavirus compreso quello della SARS, quello della MERS: gli studi dicono che questi Coronavirus possono sopravvivere fino a 8-10 giorni, con una media di 4-5 giorni su superfici tipo legno, vetro, metallo, plastica.
Per la pulizia delle superfici si consiglia alcol al 75% o candeggina che contiene cloro all'1%, ma anche i comuni disinfettanti possono ridurre e annullare la capacità del virus di trasmettere l'infezione.
Sì anche ad "apparecchi per la pulizia" che producono vapore a 100°C o più, perchè a tale temperatura il virus è sottoposto ad uno stress termico tale da non poter sopravvivere.

In caso di quarantena

Quando una persona non sta bene (a meno che non si tratti di una sintomatologia grave che richieda l'immediato intervento dell'ambulanza) è necessario che chiami subito il Medico di Base o nei giorni festivi il Servizio di Guardia Medica. Saranno loro, una volta accertata la sintomatologia del paziente, a valutare se è riconducibile al COVID-19, se è il caso di contattare i numeri verdi regionali e se mettere la persona in isolamento in una stanza con tutte le precauzioni dovute.

Nell'ultimo caso le raccomandazioni da seguire sono:
  • il malato o presunto tale non deve uscire dalla stanza
  • la spazzatura del malato deve essere separata e lasciata all'aperto
  • il malato deve usare un bagno proprio (se non è possibile ogni volta che usa il bagno deve disinfettare le superfici toccate con alcool al 75% o candeggina)
  • il malato deve usare asciugamani e stoviglie a parte
  • il paziente deve essere reperibile dal medico che lo contatterà giornalmente per valutare l'evolversi della situazione
  • la stanza in cui si trova deve essere aerata più volte al giorno per ridurre la concentrazione di anidride carbonica e ripristinare la corretta quantità di ossigeno
  • se il paziente esce dalla stanza, solo per andare in bagno ad esempio, deve indossare mascherina chirurgica (che protegge gli altri ma non lui, che purtroppo è già considerato Covid o sospetto Covid) e guanti monouso
  • il malato può ritirare il cibo fuori dalla porta della stanza e sempre lì lasciare la biancheria usata o ritirare quella pulita
Il paziente deve avere con sé un termometro per misurare la temperatura (che poi comunicherà al medico) e se possibile un saturimetro (chiamato anche pulsossimetro, è uno strumento per monitorare l'ossigenazione del sangue semplicemente inserendo in un apposito sensore un dito che di norma è l'indice); quest'ultimo serve per controllare se i valori di ossigenazione del sangue (riportati come SpO2) sono normali. Se i valori vanno dal 97% al 99% significa che la saturazione è buona (da ricordare che appena svegli la saturazione può essere un poco più bassa) ma se l'ossigenazione scende al di sotto del 90% in presenza di febbre, tosse e mancanza di respiro è necessario contattare subito il 112. Ovviamente il numero di emergenza 112 va chiamato anche senza che ci sia un saturimetro che indichi una diminuzione dell'ossigenazione del sangue ma anche in caso di un reale peggioramento dei sintomi.
In caso di una sintomatologia che non richieda intervento tempestivo dell'ambulanza sarà il medico di base a seconda della situazione del malato a dare indicazioni sui farmaci da assumere, su una eventuale necessità di tampone, ricovero ospedaliero, oltre che sul tempo necessario per stare in isolamento.
Le persone che condividono la casa con il malato non devono avere rapporti diretti con lui, non devono entrare nella stanza; devono preparare le sue pietanze a parte, indossando guanti e mascherina e lasciare tutto fuori dalla stanza del malato. Le stoviglie del malato vanno tenute da parte e maneggiate sempre con guanti e mascherina. Anche la biancheria del malato deve essere toccata con i guanti, lavata a parte e lasciata fuori dalla stanza del malato che la ritirerà senza incontrare gli altri. Molto importante è lavarsi spesso le mani e igienizzare spesso l'ambiente. Tutti quelli che vivono in casa devono rispettare un periodo di quarantena della durata di 14 giorni provandosi la febbre due volte al giorno (mattina e sera), non avere contatti sociali e non uscire di casa, prestando attenzione ad una eventuale comparsa di sintomi.
Da Decreto Legge chi viola l'isolamento o la quarantena è perseguibile penalmente e civilmente.

Il tampone per il Covid-19 e cenni sugli altri esami

Lo strumento più semplice e veloce ad oggi validato per diagnosticare una infezione da Covid-19 è il tampone nasale. Esiste anche il tampone faringeo ma si ritiene che quello nasale sia più sensibile per l'individuazione del virus. Nella maggior parte dei casi si esegue un tampone tanto a livello dell'orofaringe quanto a livello delle due cavità nasali. Non si tratta di un test rapido (come per esempio quello per lo Streptococco che utilizza il principio della colorimetria) e deve essere fatto da "mani esperte". L'operatore sanitario con un bastoncino ovattato (o di materiale sintetico che trattiene più materiale organico) simile ad un cotton fioc, dopo aver fatto inclinare leggermente la testa al paziente, entra in una narice e sale fino in fondo alla stessa per circa 2,5 cm prelevando la secrezione nasale; lo stesso viene fatto nell'altra narice. Il bastoncino viene inserito in una provetta contenente un terreno di trasporto e viene spezzato; la provetta con il campione raccolto è trasportata in un laboratorio specializzato per questo esame (ad esempio restando in Lombardia, il Laboratorio di Virologia dell'Università di Milano in Città Studi).

Dal materiale biologico raccolto viene estratto l'RNA e con una metodica chiamata Reverse Real-Time PCR (rRT-PCR) si cercano sequenze di RNA del Covid-19, che la letteratura ha mostrato tipiche di questo virus e non di altri Coronavirus; si utilizza un macchinario che porta a continue variazioni di temperatura.

Concludiamo dicendo che per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 il campione di elezione è un campione delle vie respiratorie: delle alte vie respiratorie prelevato con tampone nasale, con tampone oro-faringeo, o con tampone naso-faringeo e più raramente, ove disponibili, delle basse vie respiratorie ottenuto mediante aspirazione endo-tracheale o lavaggio bronco-alveolare. In Ospedale vengono valutati anche parametri ottenuti da prelievo venoso, e da prelievo arterioso per una Emogasanalisi (che stima la funzionalità polmonare misurando il pH, l'ossigeno, l'anidride carbonica del sangue), oltre che i risultati di radiografie del torace, di TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) e di altri esami che i medici ospedalieri ritengono opportuni.

Anna Carnelli
Farmacista

Intervista concessa gentilmente agli inizi di marzo dal Dott. Giovanni Gaiera Specialista in Malattie Infettive, Medico Consulente del Dipartimento di Malattie Infettive dell'Ospedale San Raffaele di Milano, elaborato da Anna Carnelli farmacista.

Ringrazio il Dottor Gaiera per la professionalità e il tempo dedicatomi, Don Romano Martinelli per il contatto con il Dottore e il continuo supporto emotivo e spirituale e il mio Sposo Stefano per l'Amore e la pazienza che ogni giorno mi dimostra



In evidenza:

Speciale Coronavirus:

...e inoltre su Dica33:
Seguici su:

Seguici su FacebookSeguici su YoutubeSeguici su Instagram
Farmacista33Doctor33Odontoiatria33Codifa