Covid-19, i problemi di salute mentale sono peggiorati

08 luglio 2021
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Covid-19, i problemi di salute mentale sono peggiorati



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Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Affective Disorders, in Italia durante il lockdown più del 40% delle persone che soffrivano di ansia e depressione hanno riferito un peggioramento dei sintomi. Lo studio, che ha visto impegnato un gruppo di lavoro multidisciplinare, ha compreso psichiatri, esperti di sanità pubblica e biostatistici provenienti dall'Istituto superiore di sanità, dalle Università di Genova e di Pavia, e dall'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.

Psicofarmaci e ansiolitici in aumento


«I dati in nostro possesso sono molto solidi e parlano chiaro. L'utilizzo di psicofarmaci, e in particolare di ansiolitici, è aumentato del 20% rispetto al periodo pre-lockdown e tutti gli indicatori di salute mentale sono peggiorati» spiega Andrea Amerio, dell'Università di Genova, autore principale del lavoro. «Questo è un trend che riscontriamo anche nella pratica clinica quotidiana, dove i nostri reparti si stanno facendo carico già da molti mesi di un aumentato bisogno di assistenza» prosegue Amerio. I ricercatori hanno valutato i dati di più di 6.000 individui che continuano tuttora a seguire, e proprio il fatto di proseguire il follow-up permetterà loro di analizzare come le restrizioni imposte per il controllo del Covid-19 stiano modificando lo stile di vita e la salute mentale della popolazione. Gli esperti hanno visto che le donne sono le più vulnerabili ai problemi di salute mentale durante le chiusure, dato che circa la metà delle italiane ha riferito un peggioramento del benessere psichico, con un rischio di peggioramento dei sintomi depressivi e della qualità del sonno del 32% e 63% maggiore rispetto agli uomini. Inoltre, hanno notato una riduzione della qualità di vita in più del 60% delle persone considerate, e problemi del ritmo sonno-veglia in più del 30%.

«Siamo molto soddisfatti di partecipare a questo progetto. Alcune analisi già condotte hanno misurato come la distribuzione di certi fattori di rischio comportamentali quali fumo, gioco d'azzardo e altre dipendenze sia stata influenzata dal contesto emergenziale che abbiamo vissuto e di come sia fondamentale intervenire con azioni mirate di prevenzione primaria» conclude Roberta Pacifici dell'Istituto superiore di sanità.

Fonte: Doctor33

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