Covid-19, vaccini a confronto

30 novembre 2021
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Covid-19, vaccini a confronto



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Aumentare le campagne di vaccinazione e di richiamo e sostenere più livelli aggiuntivi di protezione contro le infezioni


Un nuovo studio condotto su oltre 780.000 veterani degli Stati Uniti ha mostrato che, sebbene la vaccinazione contro Sars-CoV-2 rimanga protettiva anche con l'avvento della variante Delta, la protezione negli Stati Uniti è diminuita con la comparsa di questa variante. «Secondo quanto abbiamo osservato, i vaccini contro Covid-19 rimangono lo strumento più importante per prevenire l'infezione e la morte. Tuttavia, le vaccinazioni dovrebbero essere accompagnate da misure aggiuntive sia per le persone vaccinate che per quelle non vaccinate, tra cui l'uso delle mascherine, il lavaggio o la disinfezione frequente delle mani, e il distanziamento fisico» spiega Barbara Cohn, del Public Health Institute di Oakland, Stati Uniti, prima autrice dello studio pubblicato su Science.

I vaccini mRNA di Pfizer-Biontech e Moderna e il vaccino vettore virale di Janssen sono stati efficaci nel prevenire malattie clinicamente significative causate da Sars-CoV-2 dal momento dell'inizio del loro utilizzo negli Stati Uniti fino alla fine del 2020. Tuttavia, entro luglio 2021, nel paese si è presentato un incremento di casi di Covid-19, che hanno continuato a emergere anche nei soggetti vaccinati. I dati nazionali sull'impatto dei vaccini sono limitati negli Stati Uniti, e per colmare tale lacuna, gli esperti hanno esaminato l'infezione da Sars-CoV-2 e i decessi in base allo stato di vaccinazione in oltre 780.000 veterani durante il periodo da febbraio 2021 a ottobre 2021, un periodo che comprendeva proprio l'emergere della variante Delta.

Il tipo di vaccino somministrato differiva soprattutto in base all'età, infatti, i veterani più giovani avevano maggiori probabilità di aver ricevuto il vaccino di Janssen. L'analisi dei dati ha mostrato che, entro ottobre 2021, la protezione contro l'infezione offerta dai vaccini a mRNA è scesa da circa l'87% al 41%. Per il vaccino a vettore virale, invece, la protezione contro l'infezione è scesa a circa il 13%. La protezione contro il decesso è rimasta elevata per tutti i tipi di vaccino, anche se questo è stato vero in particolare per Pfizer-Biontech e Moderna, e rispetto ai veterani non vaccinati, quelli completamente vaccinati avevano un rischio molto più basso di decesso dopo l'infezione. La protezione contro il decesso, infatti, è scesa per Janssen dal 73,0% al 52,2%, per Moderna dall'81,5% al 75,5%, e per Pfizer-BioNTech dall'84,3% al 70,1%. Gli individui non vaccinati sono rimasti a più alto rischio di infezione, malattia grave e decesso.

Secondo, gli autori, questi risultati supportano sforzi continui per aumentare le campagne di vaccinazione e di richiamo e per sostenere più livelli aggiuntivi di protezione contro le infezioni. «In particolare, sarà essenziale implementare interventi di sanità pubblica, come campagne di test strategiche per controllare eventuali recrudescenze, passaporti vaccinali, obbligatorietà dei vaccini in certi ambiti lavorativi, campagne vaccinali per raggiungere platee più diffidenti, e continui messaggi dai leader politici» concludono gli esperti.

Fonte: Doctor33

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