Antibiotici, in Italia uso eccessivo e scorretto

12 novembre 2012
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Antibiotici, in Italia uso eccessivo e scorretto



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Un'Europa spaccata a metà nel corretto utilizzo degli antibiotici, soprattutto quando si parla di bambini, con l'Italia tra i fanalini di coda. A dirlo, il progetto Arpec (Antibiotic resistance and prescribing in european children), uno studio di sorveglianza finanziato dall'Unione Europea nel 2010 e i cui risultati sono stati presentati a Tallinn nei giorni scorsi. Lo studio ha analizzato i dati di circa 5.000 bambini appartenenti ai reparti di neonatologia e di pediatria d'Europa e di altri Paesi nel mondo come Australia, Africa, Stati Uniti, Sud America e Asia. Secondo lo studio, nel Nord Europa esiste una prevalenza (numero di pazienti trattati almeno con un antibiotico, su 100 pazienti) più bassa nell'uso di antibiotici, con circa il 30%, rispetto al Sud Europa, con circa il 38%. In particolare, in Paesi come Inghilterra, Germania e Belgio, questi farmaci si utilizzano meno e meglio, più indietro rimangono Paesi come Italia, Grecia e Spagna. In Italia, il consumo di antibiotici arriva a circa il 38%, posizionandoci al penultimo posto, dopo Portogallo (28.5%) e Spagna (37,7%). Medaglia nera alla Grecia, con un utilizzo che raggiunge il 40%. Discorso a parte per la Romania che presenta un picco di prevalenza nell'uso di antibiotici del 72%. Guardando al di fuori dell'Europa (Asia e Sud Africa), nei reperti pediatrici e neonatali si registra una prevalenza nell'uso di antibiotici del 44%, maggiore rispetto ai dati europei con il 35.4%. Il progetto Arpec ha anche affrontato lo spinoso problema della resistenza antimicrobica, «un problema mondiale di sanità pubblica» si legge nello studio «poiché ogni anno, la presenza di batteri resistenti ai medicinali antibiotici provoca la morte di circa 25.000 persone». Il fenomeno, inoltre comporterebbe, «un surplus di spese per le sanità pubbliche e perdite di produttività per almeno 1,5 miliardi di euro». Tra gli italiani aderenti al progetto, Susanna Esposito, direttore della Uoc Pediatria della Fondazione Irccs Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. «Gli antibiotici sono farmaci preziosi» ha commentato «molto utili in presenza di specifiche infezioni, ma che non funzionano o addirittura possono essere dannosi qualora non vengano utilizzati in modo corretto. È, quindi, molto importante che siano somministrati solo quando li prescrive il pediatra, dopo aver fatto un'attenta diagnosi della patologia presentata dal bambino».



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