Malattia di Crohn: arriva un nuovo farmaco con effetto rapido e durevole

11 ottobre 2018
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Malattia di Crohn: arriva un nuovo farmaco con effetto rapido e durevole



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Della malattia (o morbo) di Crohn - un'infiammazione cronica e acuta che colpisce il tratto gastrointestinale - si calcola che nel mondo soffrano 1,3 milioni di persone, di cui circa 70.000 in Italia, con 8.000 nuovi casi all'anno. Benché potenzialmente tutti possano esserne affetti in qualsiasi momento della vita, solitamente la malattia si manifesta in una fascia di età compresa tra i 15 e i 35 anni, tanto negli uomini quanto nelle donne.

Quali sono le cause della malattia di Crohn


Non è noto che cosa scateni la malattia ma sembra che possa dipendere da una combinazione di fattori, a partire dalla predisposizione genetica (più del 20% delle persone che ne sono affette hanno un parente stretto - genitore, figlio o fratello - che convive con una patologia infiammatoria cronica dell'intestino). Vengono chiamati in causa anche fattori ambientali (è più comune nei Paesi sviluppati e nelle aree urbane), alterazioni della flora batterica intestinale e della risposta immunitaria.

Quali sono i sintomi della malattia di Crohn


I sintomi possono variare a seconda della parte di tratto intestinale infiammata. I più comuni sono diarrea ricorrente, dolori e crampi addominali, affaticamento, inappetenza, perdita di peso, sangue nelle feci, febbricola. Si possono manifestare in maniera imprevedibile e per questo spesso coloro che ne soffrono hanno difficoltà a programmare la propria giornata e pianificare la propria vita.

Come viene diagnosticata la malattia di Crohn

Attraverso una combinazione di test di laboratorio (che mettono in luce i segni di infiammazione, infezione e sanguinamento interni) e studi di imaging (ultrasuoni, Tac, risonanza magnetica, colonscopia e gastroscopia, per localizzare la patologia lungo il tratto intestinale e capirne la severità).

Come si cura la malattia di Crohn

Generalmente viene trattata somministrando al paziente farmaci che hanno l'obiettivo di ridurre l'infiammazione. I più utilizzati sono gli aminosalici|ati (5-ASA), i corticosteroidi, gli immunomodulatori convenzionali (metotressato, azatioprina, 6 mercatopurina), gli antibiotici, i farmaci biologici. Quando la terapia medica non ha successo, può rendersi necessario l'intervento chirurgico che però, pur riuscendo a ridurre i sintomi per un periodo prolungato, non sempre è risolutivo del problema (circa il 20% dei pazienti operati presenta una ricomparsa dei sintomi a un anno dall'operazione).

Una nuova terapia farmacologica per la malattia di Crohn

Si tratta di ustekinumab, il primo di una nuova classe di anticorpi monoclonali indicati per questa patologia. Il farmaco, andando ad agire più a monte del processo infiammatorio responsabile della malattia di quanto sia stato possibile fare fino a ora, ha dimostrato una rapidità d'azione già nel breve periodo, con un alto tasso di risposta entro le tre settimane dall'inizio della terapia e, parallelamente, una persistente durata dell'effetto del farmaco (a 2 anni dall'avvio del trattamento la malattia è risultata in remissione nel 75% dei pazienti). Un altro importante elemento di novità è rappresentato dallo schema di somministrazione del farmaco, che prevede solo la prima induzione per via endovenosa presso un Centro specializzato e poi la terapia di mantenimento da effettuare ogni 3 mesi per via sottocutanea.
Ustekinumab è stato approvato in Italia con l'indicazione per il trattamento di pazienti adulti affetti da malattia di Crohn attiva di grado da moderato a grave, che hanno avuto una risposta inadeguata o sono risultati intolleranti alla terapia convenzionale o a un antagonista del TNFá, o che hanno controindicazioni mediche per tali terapie.

Claudio Buono



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