Carenza di ferro: riconoscere i sintomi

27 novembre 2018
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Carenza di ferro: riconoscere i sintomi



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I sintomi della carenza di ferro sono numerosi e diversi tra loro: stanchezza, frequenti mal di testa, fiato corto, colorito pallido, capelli e unghie fragili, ma anche irritabilità, scarsa concentrazione, maggiore esposizione alle infezioni. Sono sintomi e condizioni apparentemente slegate tra loro, ma che invece possono avere come causa comune un deficit di ferro.
Il ferro è un oligoelemento essenziale per la vita: interviene nella produzione dei globuli rossi, funge da importante cofattore di varie proteine necessarie per il metabolismo dell'ossigeno e dell'energia, rafforza il sistema immunitario e garantisce la resistenza alle malattie.
Ha un ruolo, inoltre, nel sistema nervoso centrale dove interviene nei processi enzimatici chiave per la sintesi di neurotrasmettitori come la dopamina - che stimola la motivazione, il piacere, il controllo dei muscoli - e la serotonina - che regola il tono dell'umore.
"Quando le riserve di ferro nell'organismo diventano scarse, l'impatto sulla salute e la qualità di vita è notevole perché ne risentono il metabolismo, il benessere psico-fisico, il desiderio sessuale, la produttività", afferma la Dott.ssa Elisa Nescis, Ematologa presso l'Ospedale Cardinale Panico di Tricase, Lecce.

Carenza in età fertile, in gravidanza e nei bambini


«Nei bambini la carenza può indurre disturbi della performance cognitiva, motoria e del comportamento» spiega la Nescis «Particolarmente delicato e quindi non trascurabile, è il periodo della gravidanza poiché l'aumentato fabbisogno di ferro per lo sviluppo del feto e della placenta può indurre uno stato anemico nella gestante, vera e propria patologia derivante da un deficit importante e prolungato, che a sua volta aumenta il rischio di parto prematuro e di basso peso del bambino alla nascita».
Oltre all'aumentato fabbisogno fisiologico dovuto alla crescita (gravidanza, infanzia e adolescenza), la carenza di ferro può essere causata, nelle donne, da perdite eccessive di sangue associate, ad esempio, a cicli mestruali abbondanti, o da patologie come l'insufficienza renale cronica, lo scompenso cardiaco e le malattie croniche intestinali. In questi pazienti, inoltre, l'infiammazione sottostante può determinare una riduzione della disponibilità di ferro, con conseguente riduzione delle riserve marziali e aumento del rischio di morbilità e mortalità. Incide, infine, un apporto nutrizionale non adeguato, derivante dallo scarso consumo di alimenti ricchi in ferro.

La diagnosi con un esame del sangue


La diagnosi di carenza di ferro viene effettuata mediante un esame del sangue che misura i livelli di: 

  • emoglobina, il principale componente dei globuli rossi che fa sì che questi leghino l'ossigeno nei polmoni e lo trasportino ai tessuti e agli organi;
  • ferritina sierica, che riflette la quantità di riserve di ferro presenti nell'organismo;
  • saturazione della transferrina, che indica quanto del ferro disponibile può essere utilizzato per produrre nuovi globuli rossi).

«C'è ancora una scarsa consapevolezza del problema e un grande bisogno di informazione sui possibili gravi rischi per la salute causati dalla carenza di ferro. Per questo motivo, è importante sensibilizzare l'opinione pubblica a riconoscere i sintomi e rivolgersi al proprio medico di fiducia, il primo passo per una diagnosi corretta e l'impostazione di una cura appropriata» dichiara il Prof. Maurizio Volterrani, Primario di Cardiologia presso l'Ospedale IRCCS San Raffaele Pisana, Roma. «Intervenire tempestivamente per correggere la carenza rappresenta un obiettivo fondamentale, anche alla luce delle diverse strategie terapeutiche che consentono di far fronte al problema: dalla modifica della dieta, all'assunzione di preparati a base di ferro per via orale, alla somministrazione di terapie iniettive quando i farmaci orali sono mal tollerati. I benefici di un trattamento adeguato si sono riscontrati anche nei pazienti nefropatici e con scompenso cardiaco».


I numeri della carenza di ferro

La carenza di ferro è un problema che colpisce un terzo della popolazione mondiale, in particolar modo le donne in età fertile e i bambini sotto i 5 anni: eppure è ancora ampiamente trascurato e poco diagnosticato, per la difficoltà a riconoscerne i sintomi.

In Europa, il deficit di ferro interessa oltre il 30% della popolazione femminile, fino al 77% delle donne in gravidanza e al 48% dei bambini. Anche chi soffre di patologie croniche infiammatorie è particolarmente a rischio. Si stima che ne siano affetti fino al 61% dei pazienti con scompenso cardiaco, fino all'85% dei pazienti con insufficienza renale cronica e fino al 90% dei pazienti con malattie croniche intestinali.

La Giornata della Carenza di Ferro (Iron Deficiency Day), che si celebra ogni anno il 26 novembre, è l'occasione per accendere i riflettori su questa condizione che, se prolungata e non adeguatamente trattata, può portare a gravi conseguenze per la salute di chi ne soffre, sensibilizzare la popolazione sull'importanza di riconoscere tempestivamente i campanelli d'allarme e parlarne con il medico di fiducia.


Chiara Romeo



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