Carie: a scuola di prevenzione

03 febbraio 2015
Aggiornamenti e focus, Speciale Bocca sana

Carie: a scuola di prevenzione



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Già all'età di 4 anni un bambino su cinque è a rischio di malattia cariosa. A 12 anni il 43,1 per cento dei ragazzini ha le carie, mentre diventa un problema per l'88,2 per cento dei "fratelli maggiori" tra i 19 e i 25 anni. Tocca quindi alle strutture scolastiche essere in prima linea nel lavoro di prevenzione su questi temi ai più giovani.

Nasce da queste premesse il documento Indicazioni per la promozione della salute orale nelle scuole secondarie, elaborato dagli esperti del Gruppo tecnico in materia di odontoiatria del ministero della Salute.Un testo che fornisce indicazioni ai docenti che vogliono affrontare con gli studenti delle scuole superiori il tema della prevenzione delle principali patologie del cavo orale.

«Abbiamo puntato sui licei perché è l'età in cui si esce dalle cure del pediatra e le famiglie hanno maggior difficoltà a seguire i ragazzi» spiega il gruppo di esperti di odontoiatria pediatrica all'Università Sapienza di Roma, «Il documento vuole essere una traccia per gli insegnanti, su cui costruire una lezione trasversale di educazione alla salute».

Secondo il documento «una diminuita assunzione di zuccheri ed una alimentazione equilibrata aiutano a prevenire la carie e la prematura perdita dei denti. Smettere di fumare - evidenzia il rapporto - e ridurre il consumo di alcol diminuiscono il rischio di cancro orale, di malattia parodontale, la perdita dei denti. Il consumo di frutta e verdura ha un'azione protettiva contro il cancro orale».

Inoltre anche l'utilizzo del fluoro, specie per via topica, aiuta a prevenire la carie nei bambini e negli adulti. Utilizzando queste strategie di prevenzione, l'elevato costo delle cure dentali può essere evitato e il peso delle malattie orali ridotto. La corretta prevenzione primaria e secondaria delle patologie di maggiore rilevanza sociale (malattia cariosa e malattia parodontale), consente di evitare l'insorgere dei quadri clinici più gravi, ad esempio l'edentulismo, che comportano invalidanti menomazioni psico-fisiche e impegno di cospicue risorse finanziarie per la terapia e la riabilitazione.



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