Solitudine: riduzione delle difese immunitarie e condotta poco salutare

26 marzo 2015
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione

Solitudine: riduzione delle difese immunitarie e condotta poco salutare



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Non porta solo alla depressione: la solitudine può influenzare anche il corpo in diversi modi, fino ad arrivare ad aumentare il rischio di decesso. «Quando si parla di salute fisica e di rischio di mortalità pensiamo in genere a fare esercizio, prendere i farmaci per la pressione alta o per il colesterolo, ma solo raramente pensiamo che fattori sociali come la solitudine e la mancanza di una rete di persone care possano influenzarla» afferma Timothy B. Smith, professore al dipartimento di psicologia della Brigham young university di Provo (Usa) e coautore di un articolo da poco pubblicato sulla rivista Perspectives on psychological science.

Nel loro lavoro, Smith e colleghi hanno esaminato i risultati ottenuti da diversi studi sull'argomento pubblicati tra il 1980 e il 2014 e che hanno coinvolto in totale quasi 3,5 milioni di persone di età media pari a 66 anni e in un terzo dei casi alle prese con malattie croniche. «Dall'analisi è emerso un legame tra diverse forme di solitudine e il rischio di decesso precoce» afferma l'autore, aggiungendo che gli effetti negativi della solitudine sulla salute fisica si fanno sentire soprattutto nelle persone con meno di 65 anni e in quelle che già soffrono di una malattia cronica.

Questi i numeri ottenuti nello studio: in caso di isolamento sociale (ovvero quando si hanno pochi o nessun contatto con altre persone) il rischio di morire presto aumenta del 29 per cento, in caso di solitudine reale o anche solo percepita sale del 26 per cento e per chi vive da solo sale addirittura del 32 per cento. «I motivi di questo aumento del rischio non sono ancora del tutto chiari, ma potrebbero entrare in gioco alcuni fattori come una riduzione delle difese immunitarie o anche comportamenti poco salutari che in genere sono più frequenti in caso di solitudine, come per esempio l'eccessivo consumo di alcol. Come suggeriscono gli autori, bisogna comunque ricordare che vivere da soli non sempre significa sentirsi soli e soffrire di solitudine.

«Alcune persone sono in continuo contatto con altri, ma si sentono comunque soli, mentre ci sono persone che non hanno contatti fisici diretti con altra gente, ma che non soffrono affatto di solitudine» precisa Lisa Jaremka della University of Delaware di Newarke. «Gli esseri umani hanno un bisogno naturale di essere sociali e di avere persone che si prendano cura di loro e per chi è solo questi bisogni non possono essere soddisfatti».



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