Rischio cardiovascolare: le nuove strategie di prevenzione
Le strategie attuali, farmacologiche e non, non azzerano il rischio di nuovi eventi cardiovascolari, ovvero il rischio residuo.
Svariati sono i fattori influenzanti il rischio cardiovascolare residuo, oltre ai fattori noti ma non modificabili quali età, sesso e predisposizione genetica, sono da tenere in considerazione adiposità addominale, pressione arteriosa, insulino-resistenza e fumo. Anche le dislipidemie giocano sicuramente un ruolo importante nella probabilità di sviluppare un evento cardiovascolare, in particolar modo gli alti livelli di LDL, volgarmente noto come "colesterolo cattivo", ma anche alcune lipoproteine, tra cui la lipoproteina a, e i trigliceridi, che sono microparticelle di grassi che circolano nel sangue.
Tra i fattori da tenere sotto controllo i trigliceridi, che al pari del colesterolo LDL, contribuiscono alla creazione delle placche aterosclerotiche.
Claudio Bilato, Direttore Unità Operativa Complessa di Cardiologia, Ospedali dell'Ovest Vicentino, spiega "La pandemia ha contribuito ad aggravare la situazione. Il Covid-19 ha agito sulle patologie del cuore a diversi livelli: nelle persone colpite dal virus ha generato infezioni del tessuto miocardico, trombosi, aritmie e cardiomiopatie da stress; secondariamente ha contribuito a ritardare la diagnosi, complicando la gestione e l'aspetto di prevenzione delle malattie cardiovascolari e riducendo le ospedalizzazioni per scompenso. Mentre, nel prossimo futuro scopriremo le implicazioni sociali, come isolamento, depressione e ansia, ed economiche che questa pandemia ha lasciato sulla popolazione".
fonte: Doctor33