Infarto al femminile

20 dicembre 2007
Aggiornamenti e focus

Infarto al femminile



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La nozione che neanche le donne siano al riparo da attacchi cardiaci dovrebbe essere ormai acquisita da tutti. Nel caso femminile la situazione appare anzi molto più insidiosa e rischiosa, proprio in relazione al fatto che questa tradizionalmente è stata considerata una questione maschile: il problema nasce prima di tutto dal modo di presentarsi della sindrome coronarica acuta (infarto miocardico acuto e angina instabile) che sembra corrispondere poco alla classica sintomatologia. Un problema per il paziente, che sottovaluta segni di sospetto, e a volte per il medico, che può malinterpretare i sintomi: il rischio in entrambi i casi è non riconoscere la patologia e perdere tempo prezioso per la diagnosi e il trattamento che, come si sa, in questa situazione è davvero determinante per la sopravvivenza. Ma la sintomatologia dell'attacco cardiaco femminile è atipica, come spesso viene etichettata, e sesso-specifica così da dover anche essere insegnata alla popolazione? Un quesito importante, per il quale si è cercata una risposta dall'esame di ben 69 studi, relativi a uomini e donne, condotti nell'arco di 35 anni.

Sintomi tipici e atipici


Il problema del ritardo di diagnosi nell'infarto a dire il vero si pone sia per gli uomini che per le donne, ma per le seconde risulta ancora più accentuato: dalla loro parte c'è la maggiore difficoltà di riconoscimento insieme ad altri fattori quali una maggiore attesa e riluttanza prima di chiamare i soccorsi, dalla parte dei medici l'eventualità di considerare i sintomi non di natura cardiaca e dimettere le pazienti, cosa che peraltro può accadere anche se l'arrivo è tempestivo. In generale, l'età giovanile e l'assenza di "discomfort" toracico cioè oppressione, pesantezza, fastidio, sono tra le cause principali di mancata diagnosi d'infarto miocardico e dimissione inappropriata dalle emergenze. C'è un dato che illustra l'importanza della questione in cui si inserisce il ritardo di diagnosi femminile: una donna, in tutta la sua vita, ha una probabilità di morire per malattia cardiaca 5,5 volte più elevata che per il tumore del seno. Lo ricordano nell'introduzione gli autori di questa meticolosa ricerca, riferita sugli Archives of Internal Medicine, che ha appunto scandagliato una settantina di studi, anche se non è stata possibile una vera metanalisi, in quanto i dati sui sintomi non erano stati raccolti sistematicamente. I sintomi d'ischemia miocardica codificati come tipici comprendono oppressione o dolore precordiali (toracici), irradiazione alla spalla e al braccio, al collo e alla mandibola, all'epigastrio (addome superiore); peggioramento con l'esercizio o lo stress; sollievo con il riposo e l'assunzione di nitrati; altri quali dispnea, sudorazione, debolezza, nausea, vomito. I sintomi definiti atipici sono indicati come non severi né prolungati e non esattamente come i precedenti, costituiti da dolore toracico bruciante, pungente, pleuritico, alla palpazione, o nelle altre localizzazioni di prima.

Effetto età avanzata


Sul totale degli studi, i più sintomi più comuni dell'attacco cardiaco in entrambi i sessi sono apparsi i classici dolore e oppressione toracica, anche se non erano presenti in un terzo e in un quarto dei pazienti a seconda dei trial più ampi e più ridotti. Nei nove studi più estesi questi erano assenti nel 37,5% delle donne contro il 27,4% degli uomini e in tutti tranne uno più donne che uomini hanno affermato di non averli manifestati. L'assenza di dolore e oppressione toracici è risultata quindi significativamente meno probabile nel sesso femminile, ma le differenze non sono state grandi a sufficienza da poter costituire una base per un messaggio educazionale sulla specificità dei sintomi cardiaci in relazione al genere. Ci sono altre caratteristiche da considerare. Per esempio l'età più avanzata si associa a minore frequenza dei sintomi toracici e le donne con coronaropatia acuta sono almeno dieci anni più anziane degli uomini; spesso sono compresenti altre patologie e questo concorre con l'età più elevata alla mortalità maggiore (nelle donne più giovani comunque la mortalità per infarto è più alta che negli uomini coetanei). In ogni caso, salvo ulteriori approfondimenti, non c'è ragione di differenziare per maschi e femmine il messaggio sui segni di sospetto attacco cardiaco, che vanno presi tutti in considerazione: quelli toracici ma anche le altre localizzazioni e gli altri disturbi.

Elettra Vecchia



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