Reazioni avverse non da età

16 gennaio 2009
Aggiornamenti e focus

Reazioni avverse non da età



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L'età avanzata si associa a un maggior rischio di patologie e le popolazioni occidentali invecchiano, evidenti le ricadute clinico-sanitarie. E c'è un problema nel problema che nella fascia degli anziani diventa preponderante: è quello costituito dalle reazioni avverse ai farmaci (ADR), che nei paesi industrializzati si calcola causino il 3-6% di tutti i ricoveri ospedalieri e siano responsabili del 5-10% dei relativi costi totali. Nonostante questo i fattori predittivi delle ADR negli anziani non sono ancora ben approfonditi, ed è chiaro che identificarli è importante prima di tutto per la loro salute, poi per quella dei sistemi sanitari. Attribuire questi effetti tout court all'età è riduttivo: che le cose siano più complesse lo mostra, o lo conferma, uno studio retrospettivo australiano, di ricercatori che avevano già evidenziato come le ADR ripetute causa di ricoveri negli anziani tra il 1980 e il 2003 erano aumentate a ritmo crescente in quell'arco di tempo, arrivando a superare nel 2003 il 30% di quelle totali.

Coinvolte frequenti patologie croniche


I malati anziani possono essere vulnerabili alle reazioni avverse ai farmaci per via delle terapie multiple per le comorbilità croniche, o di cambiamenti a livello di farmacocinetica e farmacodinamica, ma anche per le comorbilità stesse, o uso inappropriato delle medicine, consumo di alcol, problemi cognitivi, depressione. Per conoscere il reale impatto dei vari fattori nei malati oltre i 60 anni si sono analizzati dati relativi a 28.548 pazienti ricoverati per ADR tra il 1980 e il 2000 in ospedali dell'Australia occidentale, con un periodo di osservazione di tre anni. Le reazioni avverse comprendevano sia quelle all'ammissione sia quelle insorte durante il ricovero, e si è considerata tutta una serie di elementi non solo clinici ma anche socio-economici. Sul totale è risultato che 5056 (il 17.7%) avevano subito ripetuti ricoveri per ADR, e queste apparivano associate a sesso (più frequenti negli uomini), prima ospedalizzazione nel 1995-9, durata dei ricoveri (erano maggiori oltre i 14 giorni) e un indice di comorbilità (il 60% di esse era registrato ed è entrato nell'analisi). Invece, per quanto riguarda l'età avanzata, questa non ha mostrato di avere effetti sulle ADR ripetute. I fattori maggiormente predittivi sono risultati le seguenti comorbilità: scompenso cardiaco, vasculopatia periferica, malattia polmonare cronica, patologie reumatiche, epatopatia moderata, epatopatia da moderata a severa, diabete moderato, diabete con complicanze croniche, patologia renale, alcuni tumori compresi linfomi e leucemie, tumori solidi metastatici (associazione più forte per epatopatie, tumori solidi, nefropatie, diabete complicato).

Attenzione nelle prescrizioni e monitoraggio


Interessante il fatto che le comorbilità che richiedevano un'assistenza continua erano predittive di una minore probabilità di ripetute ADR, come per malattie cerebrovascolari, demenza, paraplegia. Appare perciò chiaro, per gli autori, che sono le copatologie, e non l'età avanzata, gli elementi più predittivi di aumentato rischio di ricovero per ADR per i quali sarebbe quindi più vantaggioso un monitoraggio più stretto (come avviene per quelle apparentemente "protettive"). Risultato in accordo con quelli di diversi altri studi relativi alle reazioni avverse di prima comparsa o ripetute nell'anziano. Possibili spiegazioni dell'importanza delle comorbilità nelle ADR sono appunto gli effetti delle malattie sull'organismo, o le interazioni tra farmaci (tra le 20 categorie responsabili di prime ADR le percentuali maggiori riguardavano agenti sistemici come cardiovascolari, antinfiammatori, antitumorali, immunosoppressori, antibiotici, e poi ormoni), per i quali le dosi sono apparse nei range raccomandati. Non sono risultati influenti invece i fattori socioeconomici, che si sarebbero potuti legare a ricoveri in regime privatistico e migliore assistenza per i più benestanti. Come in tutti gli studi ci sono dei limiti, non ultimo il fatto di aver considerato le ADR al momento o durante l'ospedalizzazione, mentre più del 90% di queste reazioni sono di minore entità e si verificano in assenza di ricovero. Comunque, una maggiore attenzione e un frequente monitoraggio nella prescrizione di farmaci ad anziani a rischio comorbilità potrebbero prevenire possibili ripetuti ricoveri per ADR.

Elettra Vecchia



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