Gli effetti del placebo

08 febbraio 2006
Aggiornamenti e focus

Gli effetti del placebo



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Gli effetti collaterali svolgono un ruolo estremamente importante all'interno di un protocollo terapeutico. Spesso, infatti, tali effetti secondari possono risultare insopportabili per il paziente e ciò si traduce in una scarsa adesione alla terapia e in un successivo abbandono del trattamento. Tuttavia, non sempre la colpa è del farmaco somministrato, ma è piuttosto una risposta soggettiva dell'individuo.Numerosi studi, infatti, hanno dimostrato che anche la somministrazione di un placebo (cioè del farmaco finto privo di qualsiasi effetto) può essere associata all'insorgenza di effetti collaterali. Tale fenomeno, chiamato effetto nocebo, riguarda prevalentemente i soggetti ansiosi, depressi e tendenti alla somatizzazione, nei quali la consapevolezza di assumere un farmaco, il timore degli effetti collaterali e la preoccupazione per il decorso della malattia, possono tradursi in una percezione amplificata dei sintomi.In questi casi un'errata valutazione può indurre il medico ad interrompere un trattamento clinicamente efficace, è quindi molto importante saper riconoscere quando gli effetti collaterali sono dovuti all'assunzione del farmaco e quando, invece, dipendono da altri fattori.

I sintomi variano


Una review, pubblicata sugli Archives of Internal Medicine, ha preso in esame i dati provenienti da trial clinici sull'efficacia delle statine rispetto a un placebo pubblicati tra il 1994 e il 2003. In particolare sono stati considerati i casi di abbandono all'interno dei gruppi di controllo e gli effetti collaterali riportati. All'interno dei trial valutati, la percentuale di abbandoni dovuta a reazioni avverse tipiche del farmaco, all'interno dei gruppi placebo, variava dal 4% al 26%. L'incidenza dei sintomi riportati variava notevolmente da un trial all'altro; per esempio, la percentuale di mal di testa riferiti andava dallo 0,2% al 2,7%, mentre il dolore addominale interessava dallo 0,9% al 3,4% dei partecipanti, a seconda dello studio. Analogamente gli effetti collaterali riportati durante il trial, ma non attribuiti specificamente all'assunzione del farmaco, variavano notevolmente da uno studio all'altro. Tuttavia, se confrontata con l'incidenza nella popolazione generale, la percentuale di tali sintomi all'interno dei trial clinici è risultata essere decisamente più bassa. Per esempio, si stima che malesseri quali il mal di testa o il mal di schiena interessino circa il 20% degli individui nelle società industrializzate, mentre nei gruppi placebo dei trial presi in esame venivano riportati da una percentuale inferiore al 10%. Ciò può essere spiegato dal fatto che spesso negli studi clinici i pazienti vengono reclutati anche in base alla capacità di tollerare gli effetti collaterali, inoltre spesso presentano un atteggiamento più positivo nei confronti della terapia.

Più attenzione agli effetti collaterali


Alla luce dei risultati della review e cioè dell'enorme variabilità con la quale vengono riportati gli effetti collaterali all'interno di un gruppo placebo, gli autori dello studio ritengono che tali effetti nocebo non siano da considerare come una costante, in quanto influenzabili da diversi fattori. Contano, per esempio, il metodo con il quale vengono registrati, la modalità con la quale il paziente riceve le informazioni riguardanti la terapia, il contesto in cui avviene la prescrizione del farmaco e il rapporto medico-paziente. È dunque necessario da parte del medico, un accurato accertamento delle cause e dei sintomi degli effetti collaterali, in questo modo è possibile stabilire il miglior rapporto rischi-benefici e si può prevenire l'abbandono immotivato di una terapia efficace.

Ombretta Bandi



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