Un medico più vicino alla famiglia

09 giugno 2010
Interviste

Un medico più vicino alla famiglia



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Per snellire le liste d'attesa bisogna passare dall'ambulatorio del medico di famiglia. Un ambulatorio rinnovato, nel quale troveranno sempre maggiore spazio macchine come ecografi, elettrocardiogrammi, holter e spirometri. Così almeno la pensa la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg): oltre a disporre di una scuola che ogni anno organizza corsi di formazione per addestrare i generalisti all'uso dell'ecografo, la Fimmg sostiene da tempo un progetto di rinnovamento delle cure primarie che si propone di decentrare sul territorio una fetta importante delle prestazioni erogate dalla Sanità pubblica. Riassume per i lettori di Dica33, Giacomo Milillo, segretario nazionale della Federazione.

Dottor Milillo, perché volete gli ecografi e altri apparecchi nello studio del medico di famiglia?
Perché una buona parte degli svariati milioni di ecografie ed elettrocardiogrammi che ogni anno vengono eseguiti nelle strutture ospedaliere potrebbero essere dirottati sul medico di famiglia con risparmi importanti in termini di tempo e di risorse.

Voi più bravi dell'ospedale?
Assolutamente no. Non vogliamo metterci in competizione con i colleghi delle strutture pubbliche. Il ragionamento è diverso: con le attrezzature di cui s'è detto, il medico di famiglia sarebbe in grado di dirimere una diagnosi senza passare da quella lunga serie di esami cui oggi si è spesso costretti. Stesso discorso a proposito degli esami di controllo per i pazienti cronici come diabetici o ipertesi: perché costringerli ogni anno a lunghe file in ospedale quando basterebbe un appuntamento dal proprio medico curante?

A quale medico di famiglia pensate?
Lavoriamo per un medico di famiglia che pratichi quella che si chiama la medicina d'iniziativa: non dev'essere il paziente ad andare da lui, ma sarà lui a chiamare i suoi pazienti per le visite di controllo o la diagnosi precoce. Dovrà imparare a lavorare in squadra e i suoi pazienti sapranno che a seconda delle prestazioni richieste o del giorno di visita, a riceverli sarà lui in prima persona oppure un collega, o ancora un infermiere in caso di ripetizione della ricetta o di piccoli interventi ambulatoriali.

È un'evoluzione che richiederà investimenti e risorse. Qual è il giudizio sulla Manovra del governo?
Il blocco dei contratti colpisce anche la medicina di famiglia: puntavamo a un rinnovo della Convenzione con il Servizio sanitario che gettasse le fondamenta del rinnovamento di cui ho detto. Vediamo che cosa succederà nell'iter di conversione in legge del decreto. In ogni caso la medicina di famiglia deve cambiare, perché così com'è organizzata oggi l'assistenza sanitaria si allontana dai cittadini anziché avvicinarsi. Faremo tutti i nostri sacrifici.



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