Spirito di gruppo

20 giugno 2008
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Spirito di gruppo



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La determinazione del gruppo sanguigno è un elemento indispensabile prima di procedere a una trasfusione di sangue. Chi ha un particolare gruppo sanguigno, infatti, può ricevere trasfusioni solo da chi presenta un gruppo sanguigno compatibile. Per determinare il gruppo di un soggetto è necessario analizzare la presenza di proteine specifiche presenti sulla superficie dei globuli rossi, la cui comparsa è determinata da fattori genetici.

Un po' di storia


L'evidenza che l'uomo non potesse donare sangue a chiunque risale all'inizio del XX secolo, quando alcuni medici osservarono che molto spesso l'esito negativo di trasfusioni dipendeva dall'incompatibilità dei gruppi sanguigni tra ricevente e donatore. Più precisamente, fu il patologo austriaco Karl Landsteiner nel 1901 a classificare per la prima volta i gruppi sanguigni dell'uomo, scoprendo inoltre che la loro determinazione dipendeva da fattori ereditari in base alla legge di Mendel. I primi gruppi sanguigni identificati furono quelli del sistema AB0 (A, B, zero) che cataloga 4 gruppi diversi: il gruppo A, il gruppo B, il gruppo AB e il gruppo zero. Solo nel 1940, invece, fu scoperto il cosiddetto fattore Rh, grazie a Karl Landsteiner e a A.S. Wiener. La scoperta avvenne dopo la trasfusione di sangue da una scimmia Macacus rhesus a un coniglio; i ricercatori osservarono che i globuli rossi del coniglio e della scimmia, invece di rimanere separati , si agglutinavano (cioè, si attaccavano l'una all'altra). Più avanti, si scoprì che anche la maggior parte degli uomini presentano sui globuli rossi questo fattore agglutinante, che dalla razza della scimmia prese il nome di "fattore Rhesus (o Rh)"; gli individui i cui globuli rossi presentano tale fattore (l'85% circa della popolazione di razza bianca) sono detti Rh positivi (Rh+), mentre gli altri (il restante 15%) sono detti Rh negativi (Rh-). Come il gruppo sanguigno, anche il fattore Rh viene trasmesso da genitore in figlio, secondo le leggi di Mendel, ma indipendentemente dai gruppi del sistema AB0. Ciò, in seguito, rese chiaro il perché a volte, anche in presenza di trasfusioni tra identici gruppi sanguigni, si mostrassero evidenti casi di incompatibilità.

Dalla A allo ... zero


I soggetti del gruppo A sono così definiti perché presentano sulla superficie dei propri globuli rossi una sostanza denominata A e, nello stesso tempo, producono anticorpi diretti contro la sostanza B (presente sui globuli rossi dei soggetti appartenenti al gruppo B).
I soggetti del gruppo B, com'è facile immaginare, mostrano la combinazione opposta: presentano la sostanza B sui globuli rossi e producono anticorpi diretti contro la sostanza A.
Chi è del gruppo AB, invece, presenta entrambe le sostanze sulla superficie dei globuli rossi e, pertanto, non produce anticorpi né verso la sostanza A, né verso la sostanza B.
Infine, i soggetti del gruppo zero hanno globuli rossi privi di entrambe le sostanze, ma producono anticorpi sia verso la sostanza A, sia verso la sostanza B.
Il sangue scambiato tra le persone deve essere gruppo-compatibile e cioè: il sangue della persona ricevente deve contenere le stesse proteine presenti in quello del donatore. In caso contrario, le cellule donate vengono riconosciute come estranee e, quindi, distrutte.

Annapaola Medina



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