Covid-19 e scuola: comunicare ai giovani responsabilità sociale e ottimismo, webinar con Beatrice Lorenzin

21 settembre 2020
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Covid-19 e scuola: comunicare ai giovani responsabilità sociale e ottimismo, webinar con Beatrice Lorenzin



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La comunicazione e gli stili di comunicazione possano influenzare i comportamenti dei giovani. I media, compresi quelli social, la politica e la scuola, devono essere consapevoli degli effetti della comunicazione sulla psicologia e sui comportamenti dei giovani. La responsabilità della comunicazione rivolta ai giovani in tempo Covid-19, in un momento delicato come quello della riapertura delle scuole, è stata il fulcro del dibattito nella Web Live Conference dal titolo "Comunicare o Informare? Covid-19, scuola e ripartenza", moderata dall'Onorevole Beatrice Lorenzin, già Ministro della Salute e coordinatrice Health&Science Bridge, organizzata dal Centro Studi Americani con Edra e Fondazione BRF, Istituto per la Ricerca Scientifica in Psichiatria e Neuroscienze.



VIDEO DEL WEBINAR

Covid-19: l’importanza di una corretta comunicazione


«Rilevare lo stato di salute mentale è importante per studiare l'impatto del Covid-19 sui giovani. Gli studi effettuati ci dicono che la gravità di una situazione nuova sia per i giovani sia per gli adulti, non può non avere conseguenze. Essere reclusi per cento giorni è una cicatrice non facile da rimarginare» ha spiegato Mario Morcellini, Commissario Agcom e Consigliere Comunicazione dell'Università La Sapienza Roma «La comunicazione ha funzionato bene nei cento giorni del lockdown e i giovani hanno dato una singolare prova e si sono comportati in modo quasi esemplare all'inizio, in una epoca di grande interazione anche fisica. Poi, quando si è liberalizzato il confine e si è cominciato adire che il limite non era più invalicabile, molti giovani si sono comportanti in modo diverso».

Gli stili di comunicazione hanno un effetto diretto sulla psicologia dei giovani, ed oggi si rileva un grande senso di incertezza, per questo i media hanno una grossa responsabilità, sia per la diffusione di fake, sia per il linguaggio utilizzato.


Covid-19: responsabilità sociale e cultura


«Nella comunicazione oggi non c'è responsabilità sociale. Il benessere mentale è molto collegato al significato di responsabilità» ha spiegato Alberto Siracusano, Direttore U.O.C. Psichiatria e Psicologia Clinica - Fondazione Policlinico Tor Vergata Roma «L'effetto del Coivd-19 lo vediamo nei Pronto soccorso, dove rileviamo che itentativi di suicidio dei giovani sono aumentati, perchéc'è ansia e un grande senso di incertezza. Ma c'è anche una perdita del senso di responsabilità collegato alle relazioni più importanti. L'informazione ha dato dei messaggi incerti che sono stati fonte di confusione e di malessere».

Nella comunicazione ai giovani, un ruolo chiave è quella della scuola, che in questi giorni è ricominciata seppur con regole e modalità diverse per ogni grado di istruzione. Secondo Siracusano nelle scuole è necessario «fare cultura su quello che significa oggi una infezione, non solo da Covid-19. Quindi fare cultura dell'igiene, declinando le modalità a seconda dell'età dei giovani».


Covid-19: il ruolo chiave dell’educazione civica

Come deve essere la comunicazione verso i giovani, in questa fase, lo ha spiegato Armando Piccinni, Presidente Fondazione BRF, Professore Straordinario Unicamillus Roma: «Cultura ed educazione sono strumenti di identificazione per i giovani. L'adolescente è una persona in formazione, da una parte pieno di forza e vitalità, dall'altra di paure e incertezze. Un giovane ha dunque bisogno di elementi unificatori, ed il Covid-19 è stato un elemento di unificazione all'inizio. I ragazzi sono stati così bravi perché si sono identificati in un comportamento corretto "tutti a casa". La comunicazione ora che abbiamo superato una prima fase di adattamento veloce ad una condizione sconosciuta, deve cambiare. I giovani avranno una cicatrice nella loro vita che porteranno per sempre: quindi oggi la comunicazione deve essere ottimistica, senza essere superficiale. Non deve fare leva sulla forza, non deve lasciare incertezze, ma deve dare un forte segnale di ottimismo».


Chiara Romeo




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