Fistola sacrococigea

13 marzo 2009

Fistola sacrococigea


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01 marzo 2009

Fistola sacrococigea

mio figlio e stato operato due volte, la prima volta hanno lasciato la feriata aperta perche secondo il chirurgo si evitava la recidiva, ma dopo circa tre anni gli e ritornata, e' stato operato la seconda volta e questa volta abbiamo chiesto di chiudere la ferita, ma purtroppo la sutura non si e mai guarita, anzi continua a formare pus, ora io mi chiedo e mai possibile che nel 2009 non c'e' la possibilita di risolvere questo problema? mi potete indirizzare dove rivolgermi per risolvere questo problema, ringrazio anticipatamente di seguito inserisco i dati di mio figlio.

Risposta del 04 marzo 2009

Risposta a cura di:
Dott. ANDREA VINCENZO GIUSEPPE FAVARA


La recidiva purtroppo in questa patologia è possibile indipendentemente dalla tecnica utilizzata. Una visita chirurgica credo sia indicata. Auguri!

Dott. Andrea Favara
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Chirurgia apparato digerente
Specialista in Chirurgia generale
CANTU' (CO)

Risposta del 08 marzo 2009

Risposta a cura di:
Dott. FABIO CESARE CAMPANILE


Purtroppo la frequenza di recidiva e di infezione per questo tipo di interventi è piuttosto alta. Proprio per questo il chirurgo mette in atto tutti gli accorgimenti possibili per togliere la lesione in blocco e completamente. Anche questo però non elimina la possibilità di una infezione o di una recidiva che sono legate alla natura stessa dell'affezione e alle caratteristiche anatomiche della zona nella quale è posizionata. Alcuni chirurghi sono fautori del metodo "aperto" che consiste nel lasciare aperta la ferita in modo che possa guarire lentamente per seconda intenzione. E' un atteggiamento logico per ridurre il rischio di infezione, ma nulla può fare per ridurre il rischio di recidiva che dipende piuttosto dalla posizione della lesione e dalle particolari caratteristiche di quella zona. A volte si può far ricorso ad alcuni interventi che prevedono la costruzione di un lembo cutaneo al fine proprio di modificare queste caratteristiche anatomiche, in alcuni casi questo ridurrebbe l'incidenza di recidiva, ma al prezzo di un intervento più esteso con altre possibili complicazioni.
Quando non ravviso l'indicazione a un lembo cutaneo personalmente preferisco adottare il metodo chiuso (uno dei tanti metodi chiusi messi a punto per questa operazione) nella consapevolezza che l'eventuale infezione comporterà l'apertura della ferita e quindi la trasformazione in un "metodo aperto" che potrò però effettuare solo nei casi in cui ce ne sia veramente bisogno. Il mio è un modo di pensare valido come l'altro, non abbiamo dei dati scientifici che ci facciano preferire l'uno all'altro sistema. la cosa importante è essere chiari con i pazienti sulle aspettative dell'intervento.

campanile@surgical. Net

Dott. Fabio Cesare Campanile
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Chirurgia generale
ROMA (RM)

Risposta del 13 marzo 2009

Risposta a cura di:
Dott. PAOLO BRUSCHELLI


visiti www. Benessere2000. Net le CERTEZZE non fanno parte dell'arte medica. auguri

Dott. Paolo Bruschelli
Specialista attività privata
Ricercatore
Specialista in Anestesia e rianimazione
Specialista in Chirurgia generale
MONTECOSARO (MC)



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