Euforia e depressione, le due facce del disturbo bipolare

28 settembre 2011
Interviste, Speciale Depressione

Euforia e depressione, le due facce del disturbo bipolare



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Lavoro, relazioni sociali, famiglia e affetti sono solo alcuni degli ambiti in cui il disturbo bipolare, con le sue oscillazioni dalla depressione all'esaltazione e viceversa, influisce negativamente. Come ciò accade, e come riacquistare la serenità di una vita normale, lo racconta Karla Dougherty, paziente di 40 anni, che ha voluto testimoniare con un libro (Una Diversa Follia. Sperling & Kupfer) la sua esperienza di malattia, di diagnosi e di cura. Dal punto di vista clinico si distinguono il disturbo bipolare I, con un quadro clinico più grave di alternanza tra episodi maniacali e depressivi e il disturbo bipolare II, con sintomi più sfumati, caratterizzato da una preponderanza di episodi depressivi accompagnati da fasi maniacali meno conclamate. Abbiamo affrontato alcuni aspetti della questione con Carlo Altamura, direttore del Centro per il trattamento dei disturbi depressivi del Policlinico di Milano, e autore della prefazione al libro.

Prof. Altamura, intanto è vero che in autunno alcuni sintomi peggiorano?
Sì, esistono delle forme di disturbo bipolare caratterizzate da spiccata stagionalità in cui si concentrano gli episodi acuti di malattia in particolare in autunno e in primavera. Sono i cambi di stagione il momento critico di questo disturbo, durante i quali c'è una maggiore probabilità di acutizzazione della malattia. Questo è dovuto a cambiamenti stagionali a livello del sistema endocrino, cioè di produzione di ormoni e immunologico.

Quanto è importante la diagnosi?
Alla maggior parte delle persone che cercano aiuto viene posta una diagnosi sbagliata di depressione, tanto che in media il disturbo bipolare II non è diagnosticato per almeno dieci anni e ciò causa nei pazienti una scarsa qualità di vita. Come direttore del Centro per il trattamento dei disturbi depressivi del Policlinico di Milano, ho visto molti pazienti affetti da bipolare che si rivolgevano a noi per disturbi depressivi o ansiosi. Un ritardo nella diagnosi e quindi nell'impostazione di un trattamento farmacologico adeguato, complica la prognosi del disturbo su vari livelli. Dal punto di vista clinico, le fasi della malattia diventano sempre più gravi e frequenti, dal punto di vista del funzionamento sociale aumenta il grado di disabilità. Ma anche a livello biologico, diventano più marcati aspetti neurodegenerativi visualizzabile con le moderne tecniche di neuroimaging, come la risonanza e la Pet.

Da che cosa è causato? È ereditario?
Il disturbo bipolare ha un'eziologia multifattoriale, e come il diabete o l'ipertensione arteriosa non ha un'unica causa, per cui la componente genetica è rilevante, ma non spiega del tutto l'origine della malattia. Familiari di pazienti bipolari perciò hanno un rischio maggiore di sviluppare la malattia nel corso della vita ma la malattia nasce da un'interazione tra geni e ambiente, o meglio tra "vulnerabilità" geneticamente determinata e ambiente sfavorevole

Il disturbo bipolare si può curare?
Si, e la terapia farmacologica è essenziale nel trattamento del disturbo sia nelle fasi acute di malattia sia per prevenire le ricadute nel lungo periodo e permette al paziente bipolare di condurre una vita normale paragonabile alla media della popolazione generale.

Simona Zazzetta



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