Mal di testa nei bambini: vademecum per i genitori

18 novembre 2013
Interviste, Speciale Mal di testa

Mal di testa nei bambini: vademecum per i genitori



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Una recente ricerca sostiene che il 60 per cento della popolazione italiana soffre di cefalea di tipo intensivo, il 18 per cento delle donne e l'8 per cento degli uomini soffre di emicrania, e una persona su mille è vittima di cefalea a grappolo.

Ma il dato che fa impressione è che il mal di testa colpisce il 40 per cento dei bambini ed è al settimo posto fra le malattie che maggiormente compromettono il benessere fisico e psicologico. Una percentuale compresa tra il 4 e l'11 per cento dei piccoli tra i 7 e gli 11 anni soffre di emicrania, mentre tra gli 11 e i 15 anni si arriva all'8-23 per cento; ma se si considerano anche le cefalee di tipo tensivo (la più comune e diffusa) la percentuale arriva al 40 per cento.

«Diciamo che prima dell'adolescenza l'emicrania colpisce in eguale misura sia i maschi che le femmine: circa il 4 per cento della popolazione», chiarisce Gennaro Bussone, direttore del dipartimento di Neuroscienze cliniche e del Centro cefalee dell'Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano. «Dopo l'adolescenza la situazione cambia e diventa una patologia prevalentemente femminile, in un rapporto 3 a 1 tra femmine e maschi. Tutto questo è determinato dal fatto che c'è una modificazione biologica legata al sopraggiungere del ciclo mestruale. Ma se si considera solo l'età pediatrica la situazione tra generi è simile».

Fa un po' impressione pensare a tanti bambini con il mal di testa...
«La diffusione di questa patologia è figlia dei tempi moderni. Nasce dal fatto che spesso i bambini sono sottoposti a una vita stressante, molto più di quanto non si succedeva una volta. Oltre ad andare a scuola, oggi i piccoli hanno molte altre attività da quella sportiva a corsi come possono essere lo studio di una lingua straniera o teatro o musica... Tutti impegni pomeridiani che si sommano ai compiti. Ciò significa che non hanno quasi più tempo per giocare liberamente o anche per oziare».

Quindi il mal di testa è figlio dello stress?
«Non solo. Allo stress va aggiunto il problema dello stile di vita. Spesso i bambini mangiano male. C'è, per esempio, un serio problema di alimentazione al mattino: molti non fanno colazione correttamente, mentre la colazione al mattino è estremamente importante. Recentemente abbiamo fatto una ricerca, su un campione di più di tremila ragazzi delle scuole medie, da cui risultava che il problema di una scorretta alimentazione, in particolare per quanto riguarda la prima colazione, è un fattore che facilita l'insorgere del mal di testa. Ai bambini al mattino bisogna dare zuccheri a pronta disponibilità quindi alimenti come il miele o la marmellata... Quelle sostanze, cioè, che servono al cervello per funzionare bene...».

Possiamo dire che l'emicrania infantile è principalmente una questione di stile di vita?
«Sì, basta pensare al computer. Passare troppe ora davanti a uno schermo del computer o di un gioco elettronico può essere causa del mal di testa. Anche perché i giochi elettronici possono costringere il bambino a una postura sbagliata che, insieme alla luce che sprigionano questi oggetti, facilita lo scatenarsi del mal di testa».

Altre abitudini pericolose?
«Il sonno. Dormire poco o dormire male è un ulteriore elemento di facilitazione per l'emicrania».

Ci può essere ereditarietà?
«È possibile che figli di emicranici possano soffrire di mal di testa. Ci può essere una familiarità non una ereditarietà. Una predisposizione emicranica, soprattutto nelle ragazze se la madre è emicranica».

Tra stile di vita e familiarità a finire sotto accusa sono soprattutto i genitori...
«Si può anche dire così. Soprattutto se pensiamo che il mal di testa è spesso anche un modo che ha il bimbo per attrarre l'attenzione dei genitori. Mamma e papà che magari lavorano tutto il giorno e il bimbo che rimane affidato a una baby sitter o addirittura da solo a casa... ecco che il mal di testa diventa un modo per far sì che i genitori si accorgano e si occupino di lui. È la società che è cambiata e quindi l'emicrania si può leggere proprio come un problema sociale».

Come si manifesta il mal di testa infantile?
«Il sintomo principale è, ovviamente, un forte dolore alla testa, localizzato in uno dei due lati dell'encefalo, anche se i bambini più piccoli avvertono il dolore su entrambi i lati della testa, e può essere accompagnato da un battito forte alle tempie e da una ipersensibilità alla luce ed ai rumori. Le immagini in movimento possono accentuare il fastidio. In alcuni casi l'emicrania può essere preceduta dall'aura: una serie di fastidi visivi (scintillii, macchie, flash) o fisici (sentire una mano o un braccio formicolante). Ci possono anche essere fenomeni come nausea o diarrea. Gli attacchi di emicrania nei bambini sono meno lunghi che negli adulti, prevalentemente la cefalea dell'età pediatrica è una cefalea che dura qualche ora poi va via, poi si ripresenta...».

In conclusione il mal di testa di un bambino deve essere un campanello d'allarme per i genitori per interrogarsi su se stessi...
«Interrogarsi su le situazione che abbiamo visto prima. Inoltre è molto importante che i genitori non saltino subito addosso al bambino se ha mal di testa. Importante è osservarlo, osservare quando viene colpito dall'emicrania e capire perché si manifesta. Se è una situazione di quelle che abbiamo descritto: alimentazione, sonno, troppi impegni, giochi elettronici, solitudine... Da questa osservazione si può capire se è utile andare dal pediatra e farlo visitare perché il mal di testa potrebbe essere determinato da altre patologie, una causa organica che quindi va esclusa attraverso una visita medica ed eventualmente neurologica. L'intervento del medico è importante, perché in età pediatrica non si può trattare un mal di testa con gli stessi farmaci degli adulti. La decisione a quell'età va presa da uno specialista».



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