Emicrania con aura, rischio ictus da valutare

13 maggio 2019
Aggiornamenti e focus, Speciale Mal di testa

Emicrania con aura, rischio ictus da valutare



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L'emicrania, particolare tipo di mal di testa (cefalea) con caratteristiche molto specifiche, è stata associata, se accompagnata da fenomeno visivo chiamato aura, a un aumento del rischio di ictus. Lo sostengono molti studi epidemiologici recenti che hanno verificato che in molti casi di pazienti colpiti da ictus, soprattutto in età giovanile, soffrivano di questo disturbo. Tuttavia non è stato ancora possibile comprendere le cause di tale associazione ricorrente, quindi per ora la comunità medica la considera un argomento da mantenere sotto osservazione nei pazienti emicranici.

Questi dati hanno, infatti, sollevato il livello di attenzione su un dolore, apparentemente risolvibile con un antidolorifico, ma che colpisce fino al 20% della popolazione in modo invalidante, in genere in un'età giovanile. La recente metanalisi, cioè l'elaborazione di un dato complessivo finale sulla base di tanti studi omogenei tra loro, cui si fa riferimento ha messo in evidenza un rischio quasi doppio di ictus nei pazienti con emicrania, rispetto a chi non ne soffre, nelle donne è ancora leggermente più alto e sembra aumentare fino quasi a quattro volte nelle donne più giovani, cioè come meno di 45 anni. Ma è la presenza dell'aura visiva (oscuramento di parte del campo visivo, linee scintillanti) che sembra fare la differenza: in un confronto con soggetti sani, l'emicrania con aura porta il rischio a essere più del doppio mentre senza aura rimane sostanzialmente basso. A peggiorare la situazione ci sono il fumo, che rispetto ai sani, porta il rischio a essere 9 volte più alto e l'uso della pillola contraccettiva, quindi ancora nelle donne: sette volte più alto.

In sostanza, dicono gli esperti, la popolazione da considerare più a rischio sono le donne giovani che soffrono di emicrania con aura, ma va tenuto presente un dato di base: «Si tratta di una popolazione, tutto sommato con basso livello di rischio di ictus, a meno che non ci siano altri fattori che lo fanno aumentare» spiega Fabio Frediani, responsabile del centro cefalee dell'ospedale S. Carlo Borromeo di Milano «come quelli trombofilici, che favoriscono lo sviluppo un evento trombotico venoso o arterioso». Dagli studi è, infatti, emerso che i soggetti emicranici colpiti da ictus presentavano anomalie della coagulazione del sangue, ma con specifici test ematici e genetici su fattori coinvolti nel processo di coagulazione si può stabilire il livello di rischio. «Non va dimenticato» aggiunge Frediani «che l'uso della pillola e l'abitudine al fumo rappresentano già un fattore di rischio per l'ictus, e in una donna con emicrania con aura vanno presi in considerazione, soprattutto se in fase di prescrizione del farmaco contraccettivo». Inoltre, anche le caratteristiche dell'emicrania hanno un peso: «Episodi sporadici uno o due volte l'anno non sono un fattore di rischio» sottolinea Frediani «una ricorrenza maggiore, di due o tre volte al mese è una frequenza alta e va valutata con un medico».

Simona Zazzetta



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