Ictus e infarto: ecco i 7 assi salva cuore

02 dicembre 2013
Aggiornamenti e focus

Ictus e infarto: ecco i 7 assi salva cuore



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Non fumare, fare sport, seguire una dieta sana, avere la glicemia bassa, la pressione arteriosa nei limiti e poco colesterolo, infine l'indice di massa corporea (il rapporto tra peso e altezza) deve essere quello giusto.
Sono questi i cosiddetti 7 assi salva cuore che abbassano il rischio di ictus e infarto. Sette dati che mettono al sicuro dai disturbi cardiovascolari.
Purtroppo sono ancora troppo pochi gli italiani che posseggono tutti i fattori protettivi. Lo certifica uno studio dei geriatri dell'Università Cattolica - Policlinico A. Gemelli di Roma. In media, gli italiani presentano quattro dei sette fattori considerati dall'American heart association come "protettivi", solamente due individui su cento li hanno tutti e sette. E una persona su dieci ne presenta meno di tre.

«La ricerca, pubblicata sull'European journal of public health» spiega Francesco Landi, Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia del Policlinico A. Gemelli, «analizza i dati raccolti nell'ambito della campagna di prevenzione promossa lo scorso anno intitolata Controlla il tuo colesterolo che aveva come obiettivo quello di favorire l'incontro tra i medici e persone intercettate nel corso delle normali attività quotidiane e non in una struttura medica, I dati, infatti, sono stai raccolti nei centri commerciali di sette città italiane del Centro-Nord. Attraverso un questionario sulle abitudini di vita e la misurazione di alcuni parametri vitali ed ematochimici è stato possibile compilare per ciascuno dei 1110 partecipanti una carta del rischio cardiovascolare.

Il campione, costituito per il 56 per cento da donne aveva un'età media pari a 56 anni. Il questionario ha fornito le informazioni necessarie per valutare l'attività fisica, il rispetto di una dieta adeguata e l'abitudine al fumo. Inoltre è stata eseguita la misurazione della pressione arteriosa, dell'indice di massa corporea (Bmi), della glicemia e del colesterolo (questi ultimi analizzando una goccia di sangue capillare prelevata dal dito).

Questa espressione è stata introdotta recentemente dall'American heart association (AHA) e individua i sette fattori ideali per una buona salute cardiovascolare (comprendenti stili di vita e parametri biologici), il rispetto dei quali, negli Stati Uniti, è stato dimostrato abbattere significativamente il rischio di infarto del miocardio e ictus. «La nostra ricerca» spiega Landi «aveva come obiettivo quello di stabilire quanti e quali determinanti di salute cardiovascolare vengono rispettati tra la popolazione di un paese mediterraneo quale l'Italia».

Dall'analisi dei dati è emerso che, in media, i partecipanti allo studio presentavano quattro dei sette fattori considerati dall'American heart association come "protettivi" e che solamente due individui su cento li presentavano tutti e sette. Al contrario, una persona su dieci ne presentava meno di tre. La presenza di valori glicemici accettabili è risultato il parametro ottimale più diffuso, nel 96 per cento del campione (va tenuto tuttavia presente che l'incidenza del diabete aumenta con l'avanzare dell'età, e l'età media del campione era abbastanza giovane).

A seguire, l'astensione dal fumo di sigaretta e il rispetto di una dieta con una buona presenza di frutta e verdura, sono risultati gli stili di vita maggiormente seguiti (rispettivamente nell'84 per cento e nel 76 per cento dei casi).

La stessa cosa non si può dire del rispetto di una regolare attività fisica. Infatti, solamente una persona su due ha dichiarato di praticare attività fisica almeno due volte a settimana, con una netta e preoccupante prevalenza di sedentari tra le fasce d'età più giovani.
Ciò spiega il fatto che una persona su due è risultata essere in sovrappeso se non obesa.

Ma ciò che è risultato più preoccupante è che solamente tre persone su dieci presentavano valori di colesterolo oggi ritenuti normali (< 200 mg/dl) e due persone su dieci valori pressori adeguati (< 120/80 mmHg).

Nel confronto con i dati americani emerge una sostanziale sovrapponibilità. Sorprende che siano lo scarso controllo dei valori pressori e di colesterolo, i fattori di rischio meno controllati. Anche perché sono quelli più facilmente individuabili e aggredibili attraverso la correzione degli stili di vita e i trattamenti farmacologici. Questo dato non è dei più confortanti, ma sottolinea come vi sia un ampio margine di miglioramento. Allo stesso modo l'elevata prevalenza nelle fasce più giovani di sedentari e fumatori e la scarsa attenzione rivolta alle abitudini alimentari, costituisce un ulteriore campanello d'allarme.

I risultati di questo studio parlano chiaro: in Italia siamo ancora lontani dagli standard suggeriti dalle comunità scientifiche internazionali in tema di controllo e prevenzione del rischio cardiovascolare.
Fare sport, mangiare sano ed equilibrato, fare attenzione al colesterolo: questi i comportamenti che garantiscono di invecchiare bene e in salute.



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